L’affresco fu realizzato nella seconda metà del Quattrocento e destinato alla Chiesa di Santa Maria di Momentana, già di Santa Maria in Silvis, a Monterchi. Ad oggi, non sono ancora chiare le origini e la committenza legati alla realizzazione dell’opera, ma le fonti documentano con certezza che Monterchi fu il luogo di nascita della madre di Piero della Francesca, il che fornirebbe la prova di un legame molto intimo tra il borgo e l’artista. La rappresentazione della Vergine, in vesti umili e volgari, con il polso della mano sinistra che spinge sulla schiena e la mano destra che accarezza il ventre, invita i fruitori ad instaurare un ulteriore legame spirituale, che ha portato donne fedeli e partorienti a rendere il luogo dell’affresco una meta di pellegrinaggio.
Tra il 1785 e il 1956 una serie di eventi hanno segnato il destino della Madonna del Parto. La Chiesa di Santa Maria di Momentana fu in parte demolita e sostituita dal Cimitero di Monterchi e l’affresco fu tagliato e posizionato dapprima in una zona superstite dell’architettura originaria, poi presso l’ex scuola media del borgo, le cui aule furono poi trasformate in sale espositive, finendo per musealizzare l’opera devozionale di Piero della Francesca. Dal 1992 la collocazione dell’affresco è stato oggetto di dibattito e controversia che ha coinvolto la Diocesi di Arezzo, il Comune di Monterchi e il Ministero della Cultura: il Comune è stato riconosciuto come proprietario dell’affresco e la Diocesi gli ha ceduto in permuta la Chiesa di San Benedetto a Monterchi, che avrebbe dovuto convertire in Oratorio della Madonna del Prato, in modo tale da posizionare nella nuova sede l’affresco e tramandarne la funzione di meta di pellegrinaggio. In risposta, il Ministero ha dichiarato l’interesse culturale sull’affresco, vincolandone la sua pertinenzialità sul luogo originario.
Nel 2022 il Consiglio di Stato ha messo fine alla vicenda dando ragione al Ministero della Cultura, che in questi giorni ha organizzato un sopralluogo presso i luoghi protagonisti del dibattito e ha dichiarato che la qualità di conservazione raggiunta dall’opera presso i Musei Civici della Madonna del Parto non possono consentire la ricollocazione dell’opera sul luogo di pertinenza. La vicenda quindi si porta avanti e l’opera per ora rimane presso il Museo Civico di Monterchi.
Piero della Francesca è una figura chiave del nuovo linguaggio pittorico del primo Rinascimento, i cui volumi plastici e le cui ricerche formali sono divenuti emblematici nel tempo anche per molti artisti del Novecento: la presentazione teatrale della Madonna del Parto, con i due angeli specularmente opposti che discostano le tende e invitano lo spettatore a partecipare alla scena, hanno sicuramente evocato in Giorgio De Chirico le ambientazioni metafisiche di molte sue opere. Le istituzioni pubbliche sono dunque chiamate a tutelare e valorizzare la meritevole fama e produzione artistica di questo pittore umanista-rinascimentale, ma la complessità del dibattito intorno all’opera risiede nella pertinenza e nell’applicazione al contesto di due concetti chiave legati ai Beni Culturali: la tutela del valore devozionale dell’opera in un luogo che risponda alla sua funzione di meta di pellegrinaggio e la valorizzazione di tale opera in un luogo di promozione appositamente predisposto alla sua conservazione, che genera turismo e crescita economica per la città.
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