(Tempo di lettura: 3 minuti)


La comunità lucignanese vive giornate particolarmente intense, non solo dal punto di vista folcloristico, con la prima uscita, prevista per domenica 21 maggio, della Maggiolata 2023, ma anche dal punto di vista artistico-culturale. È stata infatti riconsegnata alla sua originaria collocazione la statua del bambino del trecentesco gruppo scultoreo della “Madonna di Crespignano”, trafugata nel lontano 1989. 

In una Chiesa di San Francesco gremita, il sindaco Roberta Casini, dopo avere rivolto il saluto alle autorità, Prefetto, Questore, alla Soprintendenza e alle Forze dell’ordine presenti, ha inteso esprimere “tutta la gioia per un momento per noi straordinario, confermato da una grande partecipazione da parte della comunità. Un grazie particolare ai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Genova, il cui lavoro ci restituisce il bambino della Madonna di Crespignano”. 

Il servizio di ArezzoTV

“È come se il bambinello avesse voluto farsi ritrovare da noi – ha spiegato il comandante Nucleo tutela patrimonio culturale di Genova, Magg. Alessandro Caprio – la restituzione di un’opera alla comunità è sempre per noi un momento estremamente gratificante, perché va a valorizzare il lavoro che facciamo ogni giorno. In questo caso ricollochiamo l’opera lignea, un bambino, tra le braccia della madre da cui fu letteralmente strappato più di trenta anni fa, con dei connotati, per quanto ci riguarda, anche emozionanti. Tutto questo è stato frutto di indagini, dal momento del rinvenimento del bambino, con l’aiuto di esperti del settore e sfruttando la banca dati dei beni e opere d’arte illecitamente sottratti. Si tratta dell’archivio più grande al mondo, ideato e gestito dai Carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale, a vantaggio dell’Italia e di tutta la comunità internazionale. Incrociando i dati, siamo riusciti ad individuare l’opera come ricollocabile in questo pregiatissimo ed inestimabile gruppo scultoreo, la “Madonna di Crespignano”. Caprio si è anche soffermato sulle fasi del rinvenimento: “L’opera è stata lasciata praticamente davanti alla porta del Santuario di Nostra Signora di Montallegro di Rapallo, Genova, nel 2021. Ci siamo subito attivati per effettuare tutti gli accertamenti e oggi la restituiamo alla comunità di Lucignano”. 

Parole di elogio per la professionalità del Nucleo patrimonio artistico e culturale dei Carabinieri, sono state espresse da parte del Prefetto di Arezzo Maddalena De Luca: “Un’opera d’arte che torna a casa fa felice non solo i lucignanesi, ma anche tutta l’Italia. Oltre al valore artistico dell’opera e quello affettivo da parte della comunità, è forte la valenza simbologica, legata alle particolari modalità di rinvenimento”. 

Il prof. Valeriano Spadini ha ricordato come il manufatto sia stato “realizzato da uno scultore senese, Mariano di Agnolo Romanelli, tra il 1380 e il 1390. Oggi torna completo nella sua sede naturale, la Chiesa di San Francesco, dove si trovava dal 1984, Cinque anni dopo venne trafugato il Bambinello”. Il disvelamento dell’opera da parte del sindaco Roberta Casini, preceduto dalla benedizione del parroco Don Fiorenzo Brocchi, e stato salutato dai numerosi presenti con un caloroso applauso.

[Fonte: Comune di Lucigniano, Arezzo].

Ultimi articoli

error: Copiare è un reato!