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Chiusa sine die la succursale dell’Archivio di Stato di Roma in via Galla Placidia

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In questi giorni è circolato, tra gli addetti ai lavori e sui social, un tam tam di allarme circa la chiusura definitiva della sede di via Galla Placidia dell’Archivio di Stato di Roma. Con una mail indirizzata ad amici e associazioni, Paolo Buonora, ex direttore dell’Archivio di Stato di Roma, la mattina di giovedì 13 luglio 2023 informava che «dopo un tiremmolla la DG Archivi – servizi I e II – sta operando nel mezzo dell’estate la chiusura della sede in oggetto, che conserva la documentazione di Roma post-unitaria; si sperava di avere scongiurato questo evento e invece no, si procede».

Roma, Palazzo della Sapienza (Foto: Wikipedia).

«Tutta la storia del Novecento della Capitale – prevede Buonora – sparirà dal panorama delle ricerche storiche, né saranno più verificabili gli studi fatti e pubblicati; l’esperto personale che ha tenuto in vita la sede in questi anni sarà disperso e le carte, inscatolate, chiuse in un deposito per anni e anni».

Tempestivamente da noi contattato l’ex direttore ha specificato che «la chiusura della sede si è resa necessaria per la mancata attuazione della messa a norma dell’impianto antincendio. Ricordo che dopo l’incidente di Arezzo, in cui morirono due colleghi, si fece un grande programma di adeguamento degli impianti in tutta Italia – che naturalmente riguardava anche la sede sussidiaria romana; la mancata attuazione dei progetti pare sia addebitata dalla DG Archivi al fallimento della trattativa con la proprietà per un nuovo contratto di locazione, che si sarebbe fatto ancora più oneroso per l’amministrazione. Mi chiedo: era tutto inevitabile?».

A stretto giro è arrivato il dispositivo a firma di Michele Di Sivo, direttore ad interim dell’Archivio di Stato di Roma e soprintendente archivistico e bibliografico della Toscana, che ufficializzava la chiusura della sede a partire da lunedì 17 luglio 2023 sine die. Il decreto, pubblicato sul sito dell’Archivio di Stato di Roma, è stato accompagnato da una nota del direttore per puntualizzare che i motivi, che hanno portato a tale decisione, «non erano noti né potevano essere considerati nelle comunicazioni “social” sul tema, che hanno prodotto più confusione che informazione, come troppo spesso accade». E dunque «il mancato rinnovo del contratto di locazione tra la Direzione generale e la proprietà – la quale non ha accolto l’adeguamento previsto dalla legge che la Direzione stessa era obbligata a richiedere ed era condizione di legittimità del rinnovo – ha automaticamente determinato la sospensione sine die del progetto di adeguamento del sistema antincendio della sede da parte della Direzione generale archivi, che a sua volta ha condotto a questo doveroso decreto, finalizzato a tutelare la sicurezza delle persone secondo le norme cogenti del d.lgs. 81/2008». Di Sivo rassicura che «con la Direzione Generale Archivi siamo impegnati a organizzare un servizio in outsourcing per la conservazione e la consultazione della documentazione. Con il Segretariato regionale del Lazio stiamo inoltre lavorando al grande progetto di adeguamento dell’edificio demaniale di via dei Papareschi per una sede succursale dell’Archivio di Stato di Roma dedicata alla documentazione novecentesca. Nel frattempo con la nostra Amministrazione e con il nostro Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) saranno individuate modalità e specifiche procedure per pianificare nella Sala studio della sede centrale di Corso del Rinascimento la consultazione della documentazione, che dunque non sarà disponibile agli studiosi per il tempo necessario e non in via definitiva, come è stato ambiguamente paventato».

Vogliamo credere a Di Sivo e sperare che «per il tempo necessario» non sia solo un’altra versione di «sine die».

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