Fino al 3 settembre sarà possibile visitare nell’aula XI bis delle Terme di Diocleziano la mostra dedicata allo scavo e al restauro della tomba di una giovane donna tra i 18 e i 24 anni, passata a miglior vita intorno al 730 a.C., negli anni in cui Roma, secondo la tradizione, nasceva. L’esposizione, insieme alla sepoltura, di altri reperti conservati nei depositi del Museo Nazionale Romano, contribuisce alla narrazione di questa importante scoperta e degli interventi di restauro.
Il corredo della tomba 359, tra i più importanti della necropoli di Castel di Decima, è stato recuperato grazie alla collaborazione tra il Museo Nazionale Romano, l’Istituto Centrale per il Restauro e la Fondazione Paola Droghetti onlus. La sepoltura era rimasta chiusa all’interno di una cassa di legno, custodita in un magazzino del Museo dal 1991, anno della scoperta, fino al 2021.
Vista la notevole quantità di reperti e la sua straordinarietà data dall’essere ricavata nel tronco di un albero, l’intera tomba è stata asportata dallo scavo con la terra di deposito. Questo ha permesso di mettere in pratica un eccezionale e complesso intervento conservativo, necessario anche per ridurre il peso e la quantità della terra che la copriva, senza danneggiare i reperti, in buona parte esposti e già interessati da fenomeni di degrado. Il lavoro certosino ha permesso di presentare anche i resti ossei che si ritenevano perduti, e di recuperare moltissimi oggetti, circa il doppio dei reperti identificati al tempo della scoperta. Il risultato espositivo è straordinario e di importante valore scientifico.
La donna fu seppellita con una vesta coperta di preziosi: una collana di pendenti in bronzo a forma di animali e di figure umane, una serie di grandi anelli fissati al vestito tramite fibule decorate con ambra del Mar Baltico, degli ornamenti in argento per i capelli. Era accompagnata da un servizio da banchetto con coltelli per il sacrificio, spiedi per la cottura della carne, vasi di bronzo e di ceramica per il consumo del vino.
Oltre alle produzioni di Roma e del Latium Vetus, sono stati identificati materiali etruschi provenienti da Tarquinia e vasi di ispirazione greca e orientale di origine campana. L’eccezionale ritrovamento aiuterà nella ricostruzione dei primi scambi avvenuti a Roma già durante le prime fasi della fondazione della città.
A seguito del Piano Nazionale per gli investimenti Complementari al PNRR, la galleria superiore del grande chiostro di Michelangelo alle Terme di Diocleziano sarà dedicata ai primi secoli della storia di Roma, VIII-VII sec. a.C., con l’allestimento dei materiali provenienti dalle necropoli di Castel di Decima e della Laurentina.
Archeologa. Laurea magistrale in “Orientalistica: Egitto, Vicino e Medio Oriente” con una tesi in Archeologia dell’Arabia Meridionale. Ha frequentato la Scuola Interateneo di Specializzazione in Beni Archeologici di Trieste, Udine, Venezia Ca’ Foscari, concludendo con una tesi sulla legislazione dei bbcc, incentrata sui crimini contro i beni culturali in Sicilia. Alterna il lavoro di cantiere a quello di operatrice museale.