Lo scorso 18 settembre a Roma, presso l’Ambasciata di Croazia in Italia, alla presenza dell’Ambasciatore di Croazia in Italia, Jasen Mesic, e del Consigliere diplomatico Tamara Perisic, i militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Roma hanno restituito 9 monete di interesse archeologico, depredate dai siti archeologici del territorio croato e, in particolare, 1/4 di nummus di Massimiano databile al 305-306 d.C.; 1/4 di nummus di Massimino Cesare, databile come il primo al 305-306 d.C.; un nummus di Costantino I, del 330 d.C.; nummus di Costante I, databile al 337-340 d.C.; nummus di Costantino II ascrivibile alla fase 337-340 d.C.; nummus di Costante, databile al 337-340; Ae3 di Costanzo II, 348-350 d.C.; Ae3 di Costanzo II, databile al 337-340 d.C.; nummus di Costantino I per Costantino II Cesare, databile al 320 d.C.
I reperti erano stati rinvenuti dal TPC di Roma, che li aveva individuati presso l’abitazione di un collezionista toscano e posti in sequestro nel corso di perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, tese al rinvenimento e al sequestro di reperti archeologici provenienti da diverse aree geografiche del pianeta.
Di fondamentale importanza per l’individuazione dei beni, l’accertamento della loro appartenenza al patrimonio della Repubblica di Croazia e le analisi circa l’autenticità e di valore storico-culturale, è risultata la sinergica collaborazione con il personale altamente specializzato del Museo della Civiltà di Roma, i numismatici del Medagliere Capitolino e dli archeologi dell’Amministrazione per la tutela del patrimonio culturale – Ministero della Cultura e del Media della Repubblica di Croazia.
Il dissequestro delle monete facenti parte delle testimonianze materiali della storia e dell’identità del popolo croato, di sicuro interesse storico-culturale, disposto dal Tribunale di Firenze con sentenza del 14/10/2022, divenuta irrevocabile il 28/02/2023, ha permesso la restituzione delle monete che verranno rimpatriate per potere essere oggetto di studio e fruizione pubblica.
[Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Roma].
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