All’asta i sette disegni di Schiele saccheggiati dai nazisti e recentemente restituiti ai legittimi proprietari
Il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin L. Bragg Jr. e l’agente speciale per le Indagini sulla Sicurezza Nazionale di New York Ivan J. Arvelo hanno annunciato la restituzione di sette opere d’arte della collezione appartenuta al cabarettista ebreo-austriaco Fritz Grünbaum
I disegni, tutti firmati da Egon Schiele, erano stati sequestrati dall’Homeland Security Investigations nel 2023 a diverse istituzioni: il Museum of Modern Art (MoMA), la Collezione Ronald Lauder, la Biblioteca Morgan, il Museo d’Arte di Santa Barbara (SBMA), e il Vally Sabarsky Trust di Manhattan. Restituiti dinanzi alle prove certe che fossero oggetto di furto da parte dei nazisti, sono stati consegnati ai legittimi eredi e agli amministratori della collezione di Grünbaum durante una cerimonia presso l’ufficio del Procuratore di Manhattan.
Fritz Grünbaum possedeva centinaia di opere d’arte, tra cui più di 80 disegni di Schiele. Fu catturato dai nazisti nel 1938, dopo l’invasione dell’Austria, e costretto durante la prigionia a Dachau a rilasciare una procura a favore della moglie Elisabeth che in seguito dovette consegnare l’intera collezione ai funzionari nazisti. Inventariata dallo storico dell’arte e membro del partito nazista Franz Kieslinger, fu posta sotto sequestro nel magazzino Schenker & Co A.G., controllato dai nazisti, nel settembre 1938. Tutti i lavori di Schiele furono dichiarati, come tantissimi altri, “arte degenerata” e molte delle opere confiscate finirono all’asta o vendute all’estero per finanziare il partito.
Nel 1947, il Dipartimento di Stato americano, preoccupato per l’afflusso di opere d’arte saccheggiate dai nazisti, chiese a gallerie e musei di prestare particolare attenzione a qualsiasi oggetto arrivasse negli Stati Uniti. Della collezione Schiele di Grünbaum, dopo la Seconda Guerra mondiale, non si seppe nulla fino al 1956 quando i sette disegni riapparvero a Berna, in Svizzera, presso la casa d’aste Gutekunst & Klipstein (G&K), e messi in vendita da Eberhard Kornfeld, proprietario della casa d’aste stessa. Kornfeld aveva stretto rapporti d’affari con Cornelius Gurlitt, figlio del curatore d’arte personale di Hitler, Hildebrand Gurlitt, e autorizzato a vendere le opere ritenute immorali, come quelle della collezione Grünbaum: Cornelius Gurlitt fornì centinaia di opere rubate alle vittime dell’Olocausto.
Kornfeld vendette la maggior parte degli Schiele a Otto Kallir, proprietario della Galerie St. Etienne con sede a New York, senza alcuna provenienza. Lo stesso Kallir era a conoscenza del vero proprietario delle opere, avendole viste nell’appartamento viennese di Grünbaum per un’esposizione nel 1928 in un’altra sua galleria di Vienna. Riuscì a far arrivare tutti i disegni a Manhattan e a rivenderli a istituzioni e collezionisti privati prima che potessero essere sequestrati.
Matthew Bogdanos, capo dell’Antiquities Trafficking Unit e consulente legale senior del processo, ha condotto le indagini insieme a Edward Smith, all’analista investigativo Hilary Chassé e agli agenti speciali Megan Buckley e Robert Mancene delle Indagini sulla Sicurezza Nazionale.
I pezzi restituiti e le stime:
I Love Antithesis dalla collezione Ronald Lauder, 2,75 milioni di dollari;
Standing Woman dal MoMA, 1,5 milioni di dollari;
Girl Putting on Shoe dal MoMa, 1 milione di dollari;
Autoritratto dalla Morgan Library, 1 milione di dollari;
Ritratto della moglie dell’artista, Edith dal Museo d’Arte di Santa Barbara, 1 milione di dollari;
Ritratto di ragazzo dal Vally Sabarsky Trust, 780.000 dollari;
Seated Woman dal Vally Sabarsky Trust, 1,5 milioni di dollari.
Tutti i disegni rappresentano ritratti dello stesso Schiele e di altri, inclusa sua moglie Edith. I Love Antithesis è uno dei quattro autoritratti con iscrizione che completò mentre era in prigione nel 1912, mentre Ritratto di ragazzo è uno studio preparatorio per il ritratto a olio del 1910 del figlio di uno dei primi mecenati di Schiele, un’importante commissione all’inizio della sua carriera artistica.
«Fritz Grünbaum era un uomo di incredibili profondità e spirito, e la sua memoria sopravvive attraverso le opere d’arte che finalmente vengono restituite ai suoi parenti. Spero che questo momento possa servire a ricordare che, nonostante l’orribile distruzione causata dai nazisti, non è mai troppo tardi per recuperare parte di ciò che abbiamo perso, onorare le vittime e riflettere sulle ripercussioni che ancora oggi colpiscono le loro famiglie. Abbiamo ancora tanto da imparare da Fritz Grünbaum e da questi sette pezzi che lui ha trovato così belli. L’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan è orgoglioso di aver avuto un ruolo nel ricordare la sua eredità», ha dichiarato Bragg.
Il giudice Timothy Reif, parente di Fritz Grünbaum, ha affermato che «il Procuratore distrettuale Bragg, l’agente speciale incaricato del DHS Arvello e le loro eccezionali squadre guidate dal colonnello Matthew Bogdanos, sono riusciti a risolvere crimini perpetrati oltre 80 anni fa. La loro giusta e coraggiosa collaborazione nel perseguimento della giustizia – unica tra i pubblici ministeri e le forze dell’ordine in tutta la nazione, se non nel mondo – apre una strada che tutti possono seguire. I loro nomi, insieme a quello di Fritz Grünbaum, sono scritti in una pagina di Storia».
«Le inestimabili opere d’arte hanno un passato – ha sottolineato l’agente speciale Ivan J. Arvelo – che non possiamo ignorare e raccontano la realtà che milioni di persone hanno sopportato durante l’Olocausto. Franz Friedrich (Fritz) Grünbaum e sua moglie Elisabeth – ha concluso – non hanno mai avuto l’opportunità di ricongiungersi con la loro preziosa arte prima della loro prematura scomparsa, ma la loro eredità ora continuerà a vivere. Oggi, con profondo rispetto, restituiamo umilmente sette di questi preziosi pezzi ai loro legittimi eredi, assicurandoci che il loro profondo significato non venga dimenticato».
Le opere di Schiele restituite andranno ora all’asta: Christie’s New York, infatti, batterà sei dei sette disegni il prossimo mese di novembre.
Laureata in Storia dell’Arte con una tesi in Legislazione dei Beni Culturali, ho capito con il Laboratorio di Traffico Illecito di Opere d’Arte presso l’Istituto di Restauro di Firenze quanto sia significativo fare luce su una storia dell’arte che spesso tende a rimanere nell’ombra. Una parte importante della nostra realtà che tocca non solo l’arte, ma allo stesso modo i valori e i diritti umani.