Stavano per essere fuse le tre antiche campane sequestrate dai Carabinieri dell’Arte
Lo scorso 24 novembre a Reggio Calabria, presso il Museo Diocesano Monsignor Aurelio Sorrentino, ubicato nel complesso architettonico dell’Arcivescovado, alla presenza di Sua Eccellenza Arcivescovo FortunatoMorrone, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria – Bova e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, il Capitano Giacomo Geloso, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza; il Colonnello CesarioTotaro, Comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria; il Capitano Renato Puglisi, Comandante della Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria e il Tenente Pierantonio Tarantino, Comandante del Nucleo Operativo Ecologico di Reggio Calabria, hanno restituito tre campane in bronzo, rispettivamente del Cinquecento, Seicento e Ottocento, tutte provenienti da luoghi di culto ubicati nella Città di Reggio Calabria, andate disperse in seguito al rovinoso sisma del 1908 che interessò le città di Reggio Calabria e di Messina.
La campana posta nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Terreti, nel comune di Reggio Calabria.
La prima campana nella foto era posizionata nella Chiesa dell’Annunziata, ubicata in via Lia di Reggio Calabria; la seconda, nella Chiesa di Santa Maria del Pilar del comune di San Lorenzo (RC).
Il recupero delle tre campane rappresenta il risultato della stretta sinergia che ha caratterizzato le attività svolte dai Reparti Speciali dell’Arma e dall’Arma Territoriale, nel caso specifico dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, dal Nucleo Operativo Ecologico di Reggio Calabria e dalla Stazione Carabinieri di Reggio Calabria Principale. La campana del Seicento è stata individuata dall’Arma di Reggio Calabria Principale, mentre le altre due, risalenti al Cinquecento e all’Ottocento, sono state rinvenute dopo un controllo operato da personale del N.O.E. reggino in un opificio della città, mentre stavano per essere fuse.
Entrambi i Reparti hanno poi interessato il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, che attraverso gli accertamenti di specialità, le acquisizioni da fonti informative, ma soprattutto grazie ai determinanti riscontri emersi nell’Archivio Diocesano di Reggio Calabria è riuscito a ricondurre i beni culturali, senza alcun dubbio, a quelli andati dispersi durante il sisma del 1908, che tanti morti causò nelle città di Reggio Calabria e di Messina. Le investigazioni, condotte dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, dal Nucleo Operativo Ecologico di Reggio Calabria e dalla Stazione Carabinieri di Reggio Calabria Principale, coordinate dalla Procura della Repubblica reggina, permettevano quindi di deferire in S.l. una persona, ritenuta responsabile del reato di ricettazione, e di recuperare i beni.
Le attività svolte, oltre ad assicurare il recupero e a preservare l’integrità della tre campane, di grande valore simbolico per la comunità religiosa reggina, hanno consentito la restituzione delle opere all’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, che le custodirà all’interno del Museo Diocesano.
[Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza].
The Journal of Cultural Heritage Crime (JCHC), con sottotitolo L’Informazione per la Tutela del Patrimonio Culturale, è una testata giornalistica culturale, registrata presso il Tribunale di Roma con n. 108/2022 del 21/07/2022, e presso il CNR con ISSN 2785-7182. Si configura sul web come contenitore di approfondimento, il primo in Italia, in cui trovano spazio i fatti che quotidianamente vedono il nostro patrimonio culturale minacciato, violato e oggetto di crimini. I fatti sono riportati, attraverso un linguaggio semplice e accessibile a tutti, da una redazione composta da giornalisti e da professionisti del patrimonio culturale, esperti nella tutela. JCHC è informazione di servizio, promuove le attività di contrasto ai reati e sostiene quanti quotidianamente sono impegnati nella attività di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.