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I consigli dei Carabinieri dell’Arte e il modello di tutela italiano

copertina CMV consigli carabinieri
(Tempo di lettura: 6 minuti)
There is nothing more dangerous than security

(Sir Francis Walsingham)

Navigare nel web per tutelare la cultura (Parte 2)*

La civiltà di una nazione si esprime anche attraverso le modalità con cui si prende cura del proprio patrimonio culturale. Nel caso dell’Italia, in piena adesione ai principi fondamentali sanciti nella Costituzione, in particolare dall’art. 9 (1). Partendo da questo assunto, che si coniuga perfettamente con quanto stabilito successivamente dall’UNESCO in occasione della Convenzione di Parigi nel 1970, la tutela della cultura si struttura in uno scenario globalizzato.

Su questi pilastri si fonda l’attività del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, il primo reparto di polizia al mondo che, da più di mezzo secolo, contrasta il fenomeno criminale del traffico illecito dei beni culturali, ponendo in essere tutte le strategie utili al loro recupero e alla loro definitiva restituzione nei contesti originari. Una missione benemerita che vede i Carabinieri di questo speciale reparto e l’Italia impegnati in prima linea: un primato che deve onorarci e nello stesso tempo renderci pienamente consapevoli di questa pesante quanto esaltante responsabilità. L’attività di tutela si è, nel corso degli anni, rafforzata sempre più grazie anche alla diffusione della cultura declinata con la legalità. Per compiere questa missione diventano fondamentali sia la collaborazione istituzionale sia il rapporto con il cittadino, chiamato ad assumere in questo senso, un ruolo di responsabilità.

Osservati da questo punto di vista, i contenuti del sito TPCWeb, strumento esaminato nel precedente articolo, insieme alla Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti denominata “Leonardo”, diventano particolarmente importanti, soprattutto se utilizzati in un’ottica orientata all’analisi criminologica dei mezzi in uso per contrastare e prevenire i reati.

Ampliando il focus, è importante valutare la funzione che questi contenuti assumono in ambito preventivo, attraverso il coinvolgimento del cittadino chiamato a collaborare attivamente con le istituzioni deputate alla tutela per rafforzare la sicurezza percepita anche alla luce delle tecnologie più avanzate, basandosi principalmente:
– sulla condivisione, ovvero sulla corretta individuazione degli obiettivi per cui è necessario operare;
– sulla compartecipazione dei vari attori coinvolti, istituzioni, forze dell’ordine, operatori del sociale e della scuola, imprese, ognuno con il proprio ruolo e nel rispetto delle rispettive competenze per contribuire al raggiungimento gli obiettivi di cui sopra;
– sul coinvolgimento integrato di tutti i cittadini quali parti attive nelle problematiche della sicurezza.
Il siti istituzionali del MiC e dell’Arma dei Carabinieri, presentano un collegamento dedicato al Comando TPC, ove sono richiamate le informazioni riferite alla storia, alla struttura, ai compiti del reparto e delle sue articolazioni centrale e territoriale. Nell’area TPCWeb, recentemente rinnovata nella grafica, resa ancora più accessibile e chiara, sono evidenziati gli argomenti specifici (funzioni, contenuti, informazioni, link esterni) e l’opuscolo Proteggiamo insieme i beni culturali, destinato alle scuole e ai più giovani.

Il cittadino, qualora desideri, in pieno anonimato, può compilare agevolmente il form e redigere la scheda Object-ID da conservare con le informazioni rilevanti sull’oggetto. Questo primo passo è prodromo a un possibile censimento e a un eventuale riscontro del bene nella Banca Dati Leonardo, da attuare mediante formale richiesta, come spiegheremo più avanti.

La voce “contenuti” riguarda i Bollettini d’Arte Rubata informatizzati; la pubblicazione dell’Attività Operativa del TPC (dal 2007 al 2021); i reperti trafugati di importanza nazionale e internazionale; i beni confiscati e quelli di proprietà non nota. Vi sono poi i collegamenti esterni con la Red List di ICOM (beni da ricercare di rilevanza internazionale) e UNIDROIT (Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato che si occupa della redazione di bozze concernenti leggi e trattati internazionali).

Detto ciò ci soffermeremo sulla sezione denominata “Consigli”, articolata su sette quesiti/punti:
1. Cosa fare in caso di acquisito di Beni d’interesse culturale?
2. Come evitare di acquistare Beni d’interesse culturale falsificati?
3. Cosa fare in caso di furto?
4. Cosa fare se si viene a conoscenza di uno scavo?
5. Cosa fare se si rinviene un Bene archeologico?
6. Decalogo per l’acquisto di arte contemporanea.
7. Come inviare una richiesta di accertamento.


Il sistema è evidentemente congegnato per alimentare contatti che facilitino l’intervento qualificato delle forze dell’ordine sul territorio a cui il cittadino contribuisce esercitando – di fatto – un controllo informale. E, in questo scenario, sono proprio le tecnologie informatiche a favorire, in modo significativo non solo il controllo ma anche la collaborazione e lo scambio di informazioni tra i vari attori coinvolti. Questa sezione tematica riassume in sé tutto ciò che è concretamente utile, a livello preventivo, per scongiurare possibili problematiche riguardanti la compravendita di beni d’arte (per la definizione di “bene culturale” si rimanda agli art. 10-13 del Codice dei Beni Culturali), la loro corretta circolazione e le cautele necessarie per prevenire i furti ovvero agevolarne il ritrovamento. Inoltre, stante la tradizione giuridica di tutela riguardante il patrimonio archeologico nazionale, sono quanto mai preziose le indicazioni sugli scavi illegali e il rinvenimento fortuito di reperti archeologici. È noto, purtroppo, anche a fronte di recenti indagini e inchieste giornalistiche, come il fenomeno degli scavi clandestini sia ancora presente in alcune regioni d’Italia, dove probabilmente sono ancora stretti i legami con la criminalità organizzata. Oltre ciò, non sono da trascurare le ricerche non autorizzate nelle aree protette e nei siti di interesse archeologico. Ne abbiamo trattato diffusamente su queste pagine.

Non da ultimo, vista la crescente incidenza del fenomeno delittuoso dei falsi tra i crimini contro il patrimonio culturale, come documentato dagli stessi report dell’attività operativa del TPC, sono molto utili le raccomandazioni al punto 6. L’attenzione è rivolta a evitare di incappare in beni d’arte falsificati, commercializzati da soggetti non qualificati e senza scrupoli, con modalità poco se non per nulla trasparenti.

Infine, nell’ambito della stessa sezione, vi è la possibilità di far verificare un bene d’arte di proprietà, mediante una specifica richiesta rivolta ai Carabinieri TPC, valendosi di un apposito modulo da inviare via mail. L’accertamento richiesto, che non ha alcuna valenza di certificazione, restituirà tuttavia un responso che indicherà se l’oggetto sia tra quelli da ricercare nella Banca Dati dell’Arma. Un’operazione questa che, oltre a consentire un censimento corretto e sicuro delle opere d’arte, è una precauzione efficace in caso di sottrazione del bene e/o di possibili condotte illecite collegabili a esso. Bisogna prendere coscienza del fatto che, nel bene e nel male, siamo tutti connessi sotto vari aspetti, non solo attraverso il web. Tutto ciò si collega a un concetto basilare, che non ci stancheremo mai di richiamare in ogni favorevole occasione: il patrimonio culturale, nelle sue diverse forme ed espressioni, costituisce l’identità e la memoria storica dei popoli di questo pianeta, delle loro civiltà stratificate nel tempo che esprimono ad oggi valori universalmente riconosciuti.

Una missione, quella della tutela del patrimonio culturale, che giocoforza valica i confini nazionali, anche attraverso l’opera svolta a favore degli stati esteri, come nel caso della compagine specializzata “Blue Helmets of Culture” che forma le istituzioni preposte degli stati richiedenti, proponendo il modello organizzativo italiano. Un’azione questa che, in definitiva, oltre a rappresentare un aspetto trainante della diplomazia culturale, riguarda in ultima analisi ognuno di noi, in quanto cittadini di un mondo interconnesso.

Ce lo ricorda altresì, a livello normativo e di indirizzo, attesi i numerosi teatri di guerra attivi, la ricorrenza del settantesimo anniversario dalla stipula della Convenzione per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, avvenuta all’Aja nel 1954. Un documento fondamentale in cui è stabilito:
– che i Paesi membri di astengano dall’utilizzazione dei beni culturali per scopi che potrebbero esporli a distruzione o a deterioramento in caso di conflitto armato e a da ogni atto di ostilità, vandalismo ai danni del patrimonio;
– che in caso di occupazione totale o parziale del territorio di altri Stati membri impone l’appoggio delle autorità nazionali competenti per l’adozione dei necessari provvedimenti e misure conservative;
– un regime di “protezione speciale”, individuando un numero limitato di rifugi e depositi destinati a proteggere i beni culturali mobili in caso di conflitto armato. Tali beni sono considerati immuni da ogni atto di ostilità e uso militare, salvo il caso di violazione degli impegni da parte del paese membro.
La pace è precondizione della giustizia e della sicurezza (2). È bene tenere presente che il patrimonio culturale non si può salvaguardare nel contesto di conflitti armati e in aree di crisi umanitaria, dove è necessario intervenire preventivamente, secondo le norme di diritto internazionale, con azioni di cooperazione, peace-keeping e stabilizzazione.

È strategico perciò operare verso un orizzonte che contemperi le esigenze di tutela del patrimonio culturale, legate al territorio in cui ognuno di noi vive, con la componente tecnologica, declinata in modalità sostenibile e accessibile. L’esperienza italiana in questo settore, sfruttando questi slanci progettuali, è certamente comparabile, migliorabile ed esportabile per conseguire obiettivi condivisi a livello planetario. Questa è la sfida del presente proiettata al futuro.


*Leggi anche: La Banca dati dei Beni Illecitamente sottratti dei Carabinieri. Navigare nel web per tutelare la cultura (Parte 1).

Note
1. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
2. Art. 28 – Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – Ogni individuo ha diritto a un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.

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