L’iniziativa è frutto di un accordo senza eguali, ratificato nel 2022, tra il Parlamento di Atene, il museo newyorkese e il Museo di Arti Cicladiche: il Met è autorizzato a mantenere, all’interno delle proprie sale, l’intera collezione Stern per 10 anni, al termine dei quali alcuni reperti selezionati potranno viaggiare verso i musei della Grecia, proprietaria dei beni culturali in questione, e, una volta trascorsi 25 anni, il museo americano potrà continuare a ricevere ed esporre opere provenienti dal museo cicladico, per ulteriori 25 anni. Questa intesa sancisce la proprietà assoluta dei beni alla Grecia e la possibilità di farli circolare senza arrivare a diatribe legali e dispute tra Stati.
Tuttavia, degli archeologi greci ritengono che questo accordo sia un espediente per nascondere le provenienze illecite di alcuni reperti esposti e che un piccolo numero di oggetti sia passato tra le mani di mercanti come Gianfranco Becchina.
In occasione dell’inaugurazione della collezione, la Ministra della Cultura greca, Lina Mendoni, dopo aver esaltato la virtuosità di tale accordo, ha rilanciato la questione dei Marmi Elgin al British Museum di Londra, definendo il ritorno come «una priorità della nazione». Il concetto è stato ribadito anche dal Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis, intervenuto con un video messaggio, che ha rinnovato la richiesta di “ritorno a casa” dei frammenti del Partenone e ha sottolineato come il Museo dell’Acropoli sia l’unico luogo in cui possano essere realmente apprezzati.
Lo scorso novembre il Primo Ministro greco e quello britannico, Rishi Sunak, erano stati al centro di uno incidente diplomatico a seguito delle ormai famose dichiarazioni di Mitsotakis: «È come se ti dicessi di tagliare la Gioconda a metà, e di esporla per metà al Louvre e per metà al British Museum. Pensi che i tuoi spettatori ne apprezzerebbero comunque la bellezza? Ebbene, questo è esattamente ciò che è successo con i marmi del Partenone». Sunak, con il sostegno unanime del Governo Britannico, ritiene che l’acquisto, di oltre 200 anni fa, sia un accordo assolutamente lecito tra la Grecia e il Conte di Elgin e che ormai i marmi siano parte integrante della collezione permanente del British.
Nata a Messina, ma vive a Roma. Si è laureata in Archeologia presso l’Università di Roma Tor Vergata con una tesi che coniuga Archeologia della Magna Grecia e Diritto dei Beni Culturali, in collaborazione con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Si è quindi specializzata in Management delle Risorse Artistiche e Culturali, presso l’Università IULM, sede di Roma. Collabora da diversi anni con l’Associazione Culturale Arkekairos, che si occupa di promozione del Patrimonio Culturale in ambito romano e laziale, con particolare interesse verso gli studenti della scuola superiore. Attualmente lavora nei Servizi e Rapporti con il Pubblico presso i Musei Vaticani. Precedentemente ha collaborato con FOROF, spazio espositivo al Foro di Traiano e con Museiincomune Roma, con mansioni di accoglienza e biglietteria. Nel tempo libero le piace conoscere posti nuovi, esplorare e condividere le piccole scoperte attraverso il suo profilo “Letiziachefacose”.