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41 autoritratti su carta raramente esposti, in mostra agli Uffizi

(Tempo di lettura: 3 minuti)

Si tratta di disegni realizzati su carta, particolarmente delicati per la natura stessa del supporto sul quale sono stati eseguiti, motivo per cui solo raramente vengono mostrati al pubblico. Opere di questo tipo sono sensibili alla luce e la loro esposizione può essere fatta per poco tempo (circa tre mesi ogni cinque anni) e solo in ambienti che presentino condizioni particolari che ne salvaguardino la conservazione.

Tutti gli autoritratti fanno parte della collezione museale e sono conservati nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, che con il suo fondo di circa 180.000 fogli è considerata la raccolta grafica più importante per quantità e valore artistico del mondo. Questo Gabinetto, intorno alla metà del XVII secolo, ebbe la sua prima organizzazione sistematica per volere del cardinale Leopoldo de’ Medici, includendo disegni che erano parte della collezione medicea già ai tempi di Cosimo, primo Granduca di Toscana. Dal Seicento in poi la collezione è sempre in continuo ampliamento, grazie ad acquisizioni e donazioni.

Tra questi 41 autoritratti sono in mostra quelli di artisti tra i più importanti del Cinquecento e del Seicento. È presente quello di Rembrandt, pittore olandese considerato tra i massimi esponenti della sua epoca. Il suo Autoritratto con berretto e occhi spalancati del 1630, un acquaforte, lo mostra in una fase giovanile della sua vita, sicuro di sé, quando il suo nome era già ampiamente conosciuto e le sue commissioni numerose. Vi è quello di Luca Giordano, pittore napoletano influenzato, tra l’altro, dalle opere presenti a Napoli di Caravaggio; un autoritratto databile attorno al 1670 realizzato in pietra nera e gessetto bianco su una carta grigia. Presente anche l’autoritratto di Jacopo da Pontormo, in pietra rossa e pietra nera, databile attorno al 1519 – 1520, pittore fiorentino che riuscì a ottenere importanti commissioni, comprese le decorazione del coro della chiesa di San Lorenzo a Firenze, la chiesa della famiglia de Medici. E ancora quello di Cristofano Allori, in pietra nera, rossa, gessetto bianco e sfumino su carta cerulea databile tra il 1610 e il 1617, pittore fiorentino influenzato dalla pittura veneziana, fiamminga, dal Correggio ma che a sua volta lascerà il segno nell’arte fiorentina. A questi poi si aggiungono quelli di Fra Bartolomeo, Federico Zuccari, Hans Holbein il Giovane e altri.

La mostra, curata da Luisa Berretti, Laura Donati e Donatella Fratini, rientra nel progetto espositivo autoprodotto e allestito direttamente dal personale del Gabinetto, come parte della loro cura quotidiana di questi preziosi tesori, e prevede una rotazione delle opere: a maggio la sostituzione con artisti del Settecento e Ottocento.

La mostra sarà corredata da un catalogo edito dalla Giunti.

Gli autoritratti su carta di Maestri del Cinque e Seicento, alle Gallerie degli Uffizi fino al 28 aprile 2024 e aperte al pubblico dal martedì alla domenica con orario 8:15 – 18:30. L’ingresso è incluso nel biglietto del museo.

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