Restituzioni al Museo Archeologico Nazionale di Spoleto
Comunicato stampa nel Nucleo TPC di Perugia
Sono stati restituiti nella mattinata di lunedì 19 u.s. allo Stato italiano, in virtù delle disposizioni di legge che disciplinano il ritrovamento e l’illecito possesso di beni culturali di natura archeologica (art. 91 D.Lgs 42/2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), alcuni manufatti sequestrati dai Carabinieri al sessantaduenne T.S., di origini rumene ma residente da anni nello spoletino, deferito per ricettazione di beni culturali. La vicenda giudiziaria, che ha consentito ai militari del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Perugia ad eseguire, a favore del Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto, il provvedimento di confisca di tredici reperti archeologici ritenuti dagli esperti “di particolare interesse e valenza culturale”, ha preso avvio nel trascorso 2023 in seguito alla segnalazione pervenuta allo specializzato Nucleo dell’Arma che opera in Umbria dai colleghi della Stazione Carabinieri di Cerreto di Spoleto, in quando questi ultimi impegnati in una attività d’indagine non direttamente collegata alla materia afferente i beni culturali.
Nella circostanza, i militari dell’Arma territoriale facenti capo alla Compagnia di Spoleto, nell’effettuare un intervento presso l’abitazione privata della persona successivamente denunciata per il possesso di manufatti provenienti da scavo clandestino, si sono imbattuti nella “piccola” collezione di oggetti d’archeologia per i quali non è stata fornita alcuna prova per giustificarne la detenzione. Nel contesto degli accertamenti e in virtù della dinamica collaborazione fra Reparti dell’Arma, stante la particolarità del rinvenimento di chiara valenza storico-artistica, sono stati immediatamente avvertiti i “Carabinieri dell’Arte” del Nucleo di Perugia che, intervenuti sul posto, hanno fornito il proprio supporto specialistico provvedendo a sequestrare il materiale illecitamente detenuto. L’autorità giudiziaria spoletina, una volta ricevuto il circostanziato rapporto e convalidato il sequestro dei manufatti, ne disponeva il contestuale esame autoptico a cura degli archeologi in servizio presso la Direzione Regionale Musei dell’Umbria, i quali visionato i reperti, ne confermavano l’autenticità fornendo una dettagliata expertise circa tipologia, provenienza e valore.
La particolare rilevanza storica dei manufatti è stata confermata dagli esperti al termine del lavoro di accertamento effettuato sull’eterogeneo nucleo di reperti, costituito da oggetti bronzei, ceramici, vitrei, la cui produzione è stata collocata in un arco cronologico compreso tra il X secolo a.C. e la prime età imperiale (I secolo a.C. – II secolo d.C.). Per quanto riguarda l’area geografica di riferimento, dalla composizione dei materiali e dai criteri di realizzazione e raffigurazione, la produzione è stata individuata in ambiti italico, etrusco e romano; mentre il valore economico complessivo, che prescinde in modo sostanziale da quello storico-artistico riferito alla natura di “testimonianza culturale”, è stato quantificato in circa 15.000 euro.
Fra gli oggetti esaminati è stato dichiarato di particolare interesse, per lo stato di conservazione delle pittura e la rappresentazione delle figure disegnate, l’anfora nicostenica a figure nere con sovradipinture bianche, nonché i restanti manufatti quali: una ciotola a piede distinto vernice nera; una kylix a vernice nera; un coperchio di lekane a figure rosse; una coppa tipo ionica; un kantharos in bucchero; un guttus a vernice nera costolato; un calice o bicchiere biansato a vernice nera; un vaso da profumo in vetro; una olpe in bucchero; una oinochoe in bucchero; un aryballos etrusco-corinzio; una fibula in bronzo, che per caratteristiche e tipologia sono stati ritenuti “interessanti” per le sole finalità espositive e di studio, poiché essendo stati decontestualizzati, ovvero non essendo più possibile ricondurli al loro originale sito di ritrovamento, i reperti non restituiscono nelle loro parti le informazioni utili di uno specifico luogo per ricostruire la ricchezza del territorio e della relativa popolazione.
Alla riconsegna, avvenuta presso il Museo Archeologico Nazionale di Spoleto nelle mani della sua direttrice, Dott.ssa Silvia CASCIARRI, hanno partecipato anche il neo nominato Direttore dei Musei Nazionali di Perugia – Direzione Regionale Musei Umbria, Dott. Costantino D’ORAZIO, i Comandanti, rispettivamente del Nucleo TPC di Perugia Ten. Col. Guido BARBIERI e della Compagnia Carabinieri di Spoleto Cap. Teresa MESSORE.
La restituzione al patrimonio pubblico di questi “frammenti di storia”, come già avvenuto per tante altre importanti testimonianze del passato, oltre a confermare l’impegno che da più di cinquant’anni accompagna la peculiare attività svolta dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nella ricerca e recupero di oggetti d’arte, riporta alla fruizione collettiva oggetti che narrano la storia identitaria del nostro Paese, nel presupposto di diffondere e far comprendere quei principi di legalità che sono alla base del rispetto e della salvaguardia del bene comune.
[Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Perugia].
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