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“Arte ferita e arte salvata” a Prato

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Grazie a un’attenta ricerca, il Museo dell’Opera ricostruisce, attraverso filmati storici, foto e oggetti, i tragici eventi legati al bombardamento che devastò la città di Prato tra il 16 febbraio e il 7 marzo 1944, colpendo, in particolare, Piazza Mercatale, Santa Maria del Giglio e Sant’Agostino, luoghi sacri e storicamente importanti, punti di riferimento per i cittadini. I bombardamenti devastarono completamente il centro storico di Prato, colpendo bruscamente anche il Duomo e causando danni permanenti al famoso pulpito di Donatello e Michelozzo, i cui frammenti originali sono proprio esposti al Museo dell’Opera del Duomo.

Una città martoriata a causa della vicinanza con la Val di Bisanzio e con la Linea Gotica, protagonista però non solo di devastanti vicissitudini, ma anche di una coraggiosa rinascita in nome della salvaguardia dei beni e i luoghi di cultura distrutti dalla guerra. In mostra sarà possibile vedere alcune delle opere d’arte sacra, salvate e recuperate dalle macerie e dal fuoco, insieme alle preziose testimonianze dei parroci che hanno vissuto questa terribile tragedia. Le memorie del bombardamento sono un racconto doloroso, ma anche un racconto di rinascita, ancora vivo dopo 80 anni.

La mostra, curata dai Musei Diocesani di Prato e la Fondazione CDSE – Centro di Documentazione Storico Etnografica, sarà visitabile fino al 28 luglio 2024 con un ricco calendario di visite guidate ed eventi.

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