Comunicato stampa del Nucleo TPC di Udine
Il 4 aprile 2024, i Carabinieri del Nucleo per Tutela del Patrimonio Culturale di Udine, hanno restituito alla Parrocchia Pievana Matrice di Maria Vergine di Cravagliana (VC) una statua lignea policroma raffigurante un santo e risalente al XVII secolo che era stata sottratta nel 1976 dall’interno della chiesa della Valsesia. La statua, assieme ad altre della stessa fattezza, era posta ad ornamento di un polittico in legno. Grazie all’attività investigativa dei Carabinieri, è stata individuata nel mese di agosto del 2022, presso un negozio di settore di un professionista in Friuli. La statua di legno alta 74 CM raffigurante un apostolo con un libro in mano con barba e mantello damascato era stata posta in vendita attraverso i canali dell’e-commerce dallo stesso negoziante.
Le ricerche svolte sul web, molto spesso, consentono di individuare dei beni culturali che sono di illecita provenienza che, come in questo caso, vengono messi in vendita anche a totale insaputa dei venditori; o perché è passato così tanto tempo da quando l’oggetto è stato sottratto, e quindi si sono prodotte delle documentazioni attendibili che lo accompagnano, oppure, molto semplicemente, perché alla base vi è una sostanziale ingenuità.
L’oggetto è stato subito confrontato con i contenuti archiviati nella banca dati dei Beni culturali illecitamente sottratti di cui dispone il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, che è la più importante banca dati al mondo e, effettivamente, il report ottenuto ha restituito alcune centinaia di statue simili per fattezza e misura. Nell’osservare con attenzione la tecnica di lavorazione e le caratteristiche di quella sottratta, così come dalla denuncia a suo tempo presentata, è successivamente emerso che l’opera corrispondeva ad una statua di apostolo collocata su di un altare che il parroco della parrocchia di Pievana Matrice di Maria Vergine di Cravagliana aveva denunciato, assieme alle altre che, purtroppo, sono state sottratte da mano ignota. La chiesetta, risalente in origine tra il XIII e il XIV secolo, si trova nella Valsesia in provincia di Vercelli ed è stata per lungo tempo la chiesa matrice della Valmastellone dedicata a Santa Maria Assunta e Santo Stefano.
In realtà gli altari erano due, uno dedicato alla Madonna del Rosario ed uno dedicato alla Madonna del Carmelo, commissionati dalla nobile famiglia Alberganti ad un maestro ligneo della Valsesiana tra il 1648 ed il 1656 e posizionati nella cappella laterale dell’altare maggiore dedicata ai santi apostoli. Entrambi presentavano decorazioni a formelle, figure di santi ad alto rilievo, angeli telamoni, reggicorona con decorazioni floreali e sono considerati due tra i più belli e preziosi del periodo. Per fortuna, le restanti statue rimaste, così come i due altari lignei, sono poi stati catalogati e messi in ambiente sicuro, data la loro preziosità.
Le successive indagini sviluppate dopo aver compiuto il sequestro in stretto coordinamento con la Procura della Repubblica di Udine, hanno consentito di fare chiarezza sulle vicende più recenti che hanno riguardato i passaggi di mano della statua lignea venendo a scoprire che il commerciante che la deteneva, l’aveva acquistata presso una galleria d’arte situata in Germania, storicamente conosciuta ed operante nel settore, con tanto di documentazione di vendita.
La statua, il cui valore economico, che non tiene conto certamente di quello simbolico e devozionale per ciò che essa rappresenta per la comunità, era stata valutata 10mila euro.
Con la sua restituzione fatta nelle mani del Vicario generale della Diocesi di Novara, Mons. Fausto Cossalter, del parroco della chiesa di san Giacomo Maggiore di Fobello (VC), Don Giuseppe Vanzan, e dell’Arch. Paolo Mira, direttore dell’ufficio per i Beni culturali Ecclesiastici della diocesi di Novara nel corso della cerimonia avvenuta oggi nella sala Maddalena presso il Palazzo dei Vescovi – Diocesi di Novara – in via Puccini n. 11, la statua potrà tornare ad essere collocata sull’altare ligneo del ‘600 trovando posto assieme agli altri apostoli che lo adornano dopo un’assenza di quasi 50 anni, grazie alle indagini svolte dai Carabinieri del TPC che operano in forza del principio della “restituzione della cultura”.
[Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine].
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