Viola sequestrata al confine con la Svizzera
Per contrastare il contrabbando e il traffico illecito di valuta e metalli preziosi, negli ultimi giorni sono stati intensificati i controlli ai valichi alpini di Valle d’Aosta e Piemonte, in particolare al confine con la Svizzera, nel corso di operazioni congiunte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e della Guardia di Finanza. Il potenziamento dell’attività di controllo ai confini, svolta su veicoli in strada e su treni, è avvenuto in concomitanza con la fiera Watches and Wonders di Ginevra, che a metà aprile ha riunito il gotha dell’orologeria mondiale.
Al tunnel del Gran San Bernardo è stata sequestrata una viola contraffatta che un cittadino italiano stava tentando di far entrare in Valle d’Aosta. Lo strumento musicale aveva un falso cartiglio, che attribuiva la realizzazione a Leone Sanavia (Campolongo Maggiore, 20 maggio 1907 – Dolo, 2 gennaio 2004), importante maestro liutaio veneziano. “Se fosse stata originale avrebbe avuto un valore tra i 25mila e i 60mila euro”, ha affermato Daniela Dispenza, dirigente Antifrode dell’Agenzia delle Dogane nel nord-ovest Italia. Gli accertamenti richiesti dall’ADM hanno portato all’ipotesi che la viola sequestrata sia stata costruita in Romania o in Ungheria e che abbia un valore inferiore ai 2mila euro. L’uomo fermato, in base alle norme attuali, rischia una sanzione fino a 5mila euro.
Ormai tanti i segnali confermano che, attorno a le opere liutarie di recente o più antica manifattura, si sta organizzando un fiorente mercato illegale. Questo ulteriore fatto di cronaca riporta d’attualità alcune domande: come contrastare il commercio fraudolento di strumenti di liuteria? Come tutelare maggiormente il “saper fare liutario” antico o più recente? Che strumenti legali e materiali possono essere messi in campo dalle Associazioni Liutarie o dalle Istituzioni che si sono assunte l’onere della difesa e della valorizzazione del “saper fare liutario” riconosciuto bene immateriale dall’UNESCO?
Certo è che nessuna risposta potrà avvenire prescindendo dalla conoscenza del mercato e dalla competenza tecnica: in un costruttivo combinato disposto e insieme alle autorità costituite si possono arginare fenomeni sempre più pervicaci che sfruttano brand identity, comunicazione e propaganda territoriale per facilitare traffici e commerci illeciti che bene non fanno a chi opera con professionalità e rispetto dell’antica arte liutaria.
Fabio Perrone, cultore di Strumenti Musicali (L-ART 07) presso la Facoltà di Musicologia dell’Università degli Studi di Pavia. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Verona, laureato a pieni voti in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia e con lode in Conservazione dei Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Parma. Esercita dal 2000 attività di consulente in materia di beni culturali. È iscritto al Collegio Lombardo Periti-Esperti-Consulenti e al Collegio Periti Italiani. Dal 2004 è Perito e CTU presso il Tribunale di Cremona e CCIAA e collabora con le Compagnie di Assicurazione nel settore tecnico (servizi di stima e perizie di strumenti musicali nonché consulenza assicurativa specifica). Oltre alla libera professione esercita attività di insegnamento: è stato docente di strumenti musicali presso il Conservatorio di Musica “Briccialdi” di Terni, è stato docente di Legislazione e Museologia presso la Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona e dal 2002 tiene regolarmente seminari presso il Dipartimento di Scienze Musicologiche dell’Università degli Studi di Pavia. Collabora col Sole24Ore e ha insegnato al Master Management dell’Arte e dei Beni Culturali presso la Business School del Sole24Ore.