Comunicato Stampa del Nucleo TPC di Cagliari
I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cagliari, che ha giurisdizione su tutta l’Isola, in sinergia con le diverse componenti dell’Arma territoriale e degli altri Reparti specializzati, nell’anno 2023 hanno effettuato 919 controlli in aree archeologiche marine e terrestri, 530 verifiche in aree tutelate da vincoli paesaggistici/monumentali, 184 controlli ad esercizi commerciali di settore, 39 sopralluoghi per l’accertamento dello stato di sicurezza dei musei e 736 controlli su beni culturali posti in vendita attraverso le varie piattaforme di commercio digitale.
A seguito di questa attività preventiva son seguiti 68 deferimenti all’autorità giudiziaria (di cui: 9 per associazione per delinquere, 5 per reati in danno del paesaggio e 1 in stato di arresto per detenzione di arma clandestina), per una tipologia di beni recuperati così suddivisa:
- 37632 reperti archeologici (di cui 35219 numismatici);
- 98 reperti antiquariali, archivistici e librari;
- 3 paleontologici,
per un valore stimato di oltre 2 milioni e mezzo di euro.
Tra le operazioni di maggior rilievo concluse si segnala:
- il deferimento alla competente Autorità Giudiziaria di un soggetto resosi responsabile dell’asportazione di barite tabularia a scaglie brune dalla Grotta di Santa Barbara di Iglesias, formazioni risalenti al Cambrico inferiore (circa 500 milioni di anni fa), che rappresentano un patrimonio unico ed inestimabile a livello mondiale. Le indagini, condotte unitamente alla Compagnia CC di Iglesias, hanno permesso tra l’altro il recupero di materiale archeologico e paleontologico;
- il sequestro di dieci metal detector e due attrezzi da scavo archeologico (cosiddetti spilloni) utilizzati per scavi clandestini nelle aree del Campidano. Attività investigativa, condotta unitamente alle Compagnie CC di Sanluri, Oristano e Cagliari, finalizzata al contrasto e al recupero del patrimonio archeologico illecitamente sottratto;
- il recupero in ambito sottomarino, a seguito di segnalazione di un privato cittadino, nel mare della costa nord orientale della Sardegna, nel territorio di Arzachena, di un ricco deposito di follis risalente alla prima metà del IV secolo d.C.
Secondo una prima stima, fatta sulla base del peso complessivo del ritrovamento, il numero delle monete di bronzo si aggirerebbe oltre i 30.000 esemplari. Il contesto cronologico delle monete è riscontrabile in un arco temporale tra il 324 (monetazione di Licinio) e il 340 d.C.
Datazione confermata dalla presenza di monetazione di Costantino il Grande e da quella di tutti gli altri membri della famiglia presenti come cesari. Attività svolta, unitamente al Reparto Territoriale CC di Olbia, al Nucleo CC Subacquei di Cagliari, in supporto alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro.
[Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari].
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