Era la notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993, una notte di ormai 31 anni fa, quando Cosa Nostra fece brillare una bomba, nascosta in un Fiat Fiorino, che distrusse la Torre dei Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili, a Firenze. L’attentato causò 5 vittime e numerosi danni ad alcune sale della Galleria degli Uffizi e al Corridoio Vasariano. Una provocazione forte, un attacco allo Stato italiano ad una delle cose più preziose che gli appartengono: il patrimonio culturale e i suoi promotori.
Dopo interventi di restauro, ritornano alla luce gli ultimi due dipinti che erano stati danneggiati, Il Concerto e I giocatori di carte di Bartolomeo Manfredi, due delle 173 opere colpite. I due capolavori, in occasione della ricorrenza, ritornano al primo piano della Galleria degli Uffizi, in una mostra visitabile fino al 28 luglio 2024. L’esempio de I giocatori di carte, inoltre, costituisce la fine di un viaggio, un restauro molto impegnativo realizzato da Daniela Lippi e finanziato da una raccolta fondi avviata nel 2018 dal Corriere Fiorentino.
L’iniziativa, fortemente promossa dal direttore degli Uffizi Simone Verde, vuole dare un messaggio di rinascita e speranza, con la scelta, non casuale, di allestire la mostra all’inizio del percorso di visita, affiancando i due quadri alle loro copie d’epoca e a delle video testimonianze dei vigili del fuoco e dei professionisti che hanno provveduto al pronto intervento dopo l’attentato.
Verde, a questo proposito, ha affermato che: “Ricordare il gravissimo attentato mafioso del 1993 è un dovere civico di tutti, a partire dal museo che di quell’attentato fu vittima, insieme a cinque persone innocenti. Per questo appena entrati in Galleria, tutti i visitatori, anche coloro che mai hanno saputo cosa accadde nel 1993, grazie a questa mostra avranno modo di apprenderlo. Non solo. Esporre i due capolavori strappati alla devastazione di quello che fu senza dubbio uno dei capitoli più bui della storia repubblicana, infonde in chi guarda un messaggio di forte determinazione civile per il futuro”.
Partendo dal ricordo di questo terribile avvenimento, uno dei tanti che lega la mafia alla deturpazione del patrimonio culturale italiano, è sempre un buon momento per riflettere e non dimenticare.
Nata a Messina, ma vive a Roma. Si è laureata in Archeologia presso l’Università di Roma Tor Vergata con una tesi che coniuga Archeologia della Magna Grecia e Diritto dei Beni Culturali, in collaborazione con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Si è quindi specializzata in Management delle Risorse Artistiche e Culturali, presso l’Università IULM, sede di Roma. Collabora da diversi anni con l’Associazione Culturale Arkekairos, che si occupa di promozione del Patrimonio Culturale in ambito romano e laziale, con particolare interesse verso gli studenti della scuola superiore. Attualmente lavora nei Servizi e Rapporti con il Pubblico presso i Musei Vaticani. Precedentemente ha collaborato con FOROF, spazio espositivo al Foro di Traiano e con Museiincomune Roma, con mansioni di accoglienza e biglietteria. Nel tempo libero le piace conoscere posti nuovi, esplorare e condividere le piccole scoperte attraverso il suo profilo “Letiziachefacose”.