“Stiamo lavorando per realizzare una carta d’identità per gli strumenti musicali, specie quelli di liuteria. Ci si arriverà, per gradi, ma ci si arriverà. Per esigenze diverse, per ragioni di anticontraffazione, antiriciclaggio, antifurto… anti… anti… ma in realtà pro… pro… pro liuteria… pro arte” afferma il prof. Fabio Perrone, direttore delle attività culturali dell’Academia Cremonensis.
“Il 17 giugno ci sarà a Cremona un incontro importante sul tema ANTIRICICLAGGIO E ANTICONTRAFFAZIONE DELLE OPERE D’ARTE patrocinato e accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Cremona, dall’Istituto Nazionale per il Diritto dell’Arte e dei Beni Culturali e da The Journal of Cultural Heritage Crime nel quale interverranno specialisti del settore che descriveranno profili giuridici, tecnici ed operativi che, spero presto, potranno portare alla compiuta realizzazione di una carta di identità virtuale o passaporto utile ed adoperabile anche dal comparto liutario non solo per la difesa attiva e la salvaguardia del saper fare liutario, ma anche per agevolare tanto gli spostamenti dei musicisti quanto i controlli di chi è preposto a svolgere tali attività”.
Si stima che il mercato di illecito in ambito artistico a livello internazionale valga tra i 4 e i 6 miliardi di euro all’anno e che il traffico illegale di opere d’arte rappresenti ormai un canale d’elezione per il riciclaggio di denaro derivante da attività illecite (in ambito liutario si pensi all’avvenuto sequestro di un violino da un milione di euro a casa di uno spacciatore di Parma, al recente sequestro di ADM e GdF della viola contraffatta del liutaio Leone Sanavia o all’affermazione del magistrato Francesco Greco, secondo il quale i beni artistici sono “beni «forti», che assicurano una notevole redditività dell’investimento e una pressoché assoluta garanzia di non riconoscibilità della provenienza del denaro utilizzato per l’investimento”).
È dalla consapevolezza di dover colmare le lacune ancora esistenti e di salvaguardare il processo di acquisto di un’opera d’arte che nasce il progetto di tracciabilità dei beni culturali che da diversi anni è promosso attivamente da Giuseppe Miceli, presidente dell’Osservatorio Italia antiriciclaggio per l’arte. Nell’incontro del prossimo 17 giugno in Academia Cremonensis verrà presentato il passaporto digitale per le opere d’arte ovvero una soluzione per tracciare beni artistici attraverso tecnologia digitale oggi ampiamente diffusa e che, per le informazioni che può contenere, rappresenta un livello avanzato di certificato a garanzia dell’originalità dell’opera. Il passaporto permette inoltre di tracciare i passaggi commerciali dell’opera, verificare la compliance dei soggetti che operano nel mercato dell’arte e tenere monitorate le sottostanti movimentazioni di capitale per individuare immediatamente eventuali attività illecite. Anche in ambito liutario le applicazioni del passaporto potranno essere molteplici, a cominciare dal settore assicurativo dove la due diligence è necessaria per verificare e certificare il valore dei beni da assicurare, oltre alla loro provenienza, allo stato di conservazione e ad altri numerosi elementi utili ai fini assicurativi.
La creazione di un passaporto per le opere d’arte è stato e sarà sempre più un lavoro di squadra poiché risulta necessario integrare competenze trasversali e avvalersi di diversi professionisti esperti del settore, dai galleristi agli antiquari, dai restauratori agli operatori delle case d’asta, dai liutai ai periti. Gli investimenti nel mercato dell’arte rappresentano ormai una quota non secondaria dell’economia e iniziative come l’Art bonus o gli interventi previsti dal Pnrr offrono tutt’oggi numerose opportunità e agevolazioni per la tutela e la valorizzazione di questo enorme capitale culturale ed artistico italiano e non solo.
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