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Libri antichi, chi li ruba e chi li salva

(Tempo di lettura: 3 minuti)

Classe 1930, nobile stirpe padovana, figlia del marchese Brunoro de Buzzaccarini, tenente colonnello di artiglieria fedele a Vittorio Emanuele III, collezionista di bottoni, boule de neige e “Valentine” (biglietti che contengono elementi tridimensionali di cartoncino), nelle interviste Vittoria de Buzzaccarini si definisce una ex ragazza ed “editore per caso”. Appena diciottenne lascia Padova, si trasferisce a Milano e muove i primi passi nella stampa di moda. Sono gli anni in cui il brand made in Italy sta nascendo, de Buzzaccarini conosce e frequenta gli stilisti, si affermano i grandi marchi. Collabora con Celestino Zanfi per una collana di storie sulla moda del Novecento. L’incontro un po’ le cambia la vita. Nel 1992 Zanfi le propone di scrivere per Charta, il suo bimestrale che si occupa di collezionismo e di antiquariato libraio. Le cose però non vanno bene. L’editore è in difficoltà economica e dopo sette anni dal suo ingresso Zanfi regala la proprietà a donna Vittoria: il passaggio salva la testata, è l’avvio di un nuovo corso nel mondo dell’editoria di settore e di una nuova sfida professionale. Vittoria de Buzzaccarini fonda e dirige Nova Charta Editori con sede a Padova e a Venezia, dove la redazione di Charta si affaccia sul canale della Giudecca.

A Charta, “unica rivista illustrata italiana dedicata a bibliofili, librai antiquari, collezionisti, appassionati di cultura e storia dell’editoria”, nel 2003 si affianca Alumina con approfondimenti dedicati ai libri antichi, alle biblioteche e all’arte della miniatura. Nel 2008 la svolta da mecenate con il progetto Salviamo un Codice. La casa editrice sostiene e finanzia interventi di recupero e restauro conservativo di volumi antichi nei fondi delle biblioteche pubbliche. Finora sono state coinvolte biblioteche di Bologna, Cesena, Firenze, Padova, Riva del Garda (TN), Roma, Torino e Vicenza. Il Codice Sforza di Ludovico il Moro, il diario di viaggio di Vincenzo Scamozzi e il taccuino di Gaspar van Wittel sono alcuni dei quindici manoscritti che in questi anni sono stati inclusi nell’iniziativa. L’ultimo in ordine di tempo è il Libro de cosina attribuito a Maestro Martino de Rossi, un popolare cuoco lombardo del Quattrocento, uno chef stellato ante litteram, che prestò servizio presso la corte degli Sforza e in Vaticano. Il volumetto, databile tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, contiene 287 ricette: è uno dei capisaldi della letteratura gastronomica, lo spartiacque tra Medioevo e Rinascimento per gusto, introduzione di spezie e ingredienti e nuove tecniche di cottura. Ancora oggi il Libro de cosina è studiato dagli chef di tutto il mondo. La copia conservata presso la Biblioteca Civica di Riva del Garda, di cui non si conosce la provenienza ante 1936, è una dei cinque esemplari ancora esistenti: l’Urbinate Latino 1203, noto come Anonimo Catalano, si trova alla Biblioteca Apostolica Vaticana, il Buehler nr. 19 è conservato alla Pierpoint Morgan Library di New York, un altro è presso la Library of Congress di Washington e del quinto, realizzato su pergamena e decorato, dal 1970 si sono perse le tracce. Dopo un attento restauro l’edizione rivana è stata presentata ed esposta al pubblico per la prima volta lo scorso 12 aprile.


Libro de cosina

In una intervista del 2014, Vittoria de Buzzaccarini affermava che “Il settore pubblico ha seri problemi e dove può, investe in altri campi. Anche il ministro Franceschini a Roma ha parlato di nobili cause come musei e Pompei, ma di biblioteche nemmeno l’ombra. Per questo dovranno scendere in campo i privati. Associazioni, tipo il Rotary, o mecenati, dovrebbero pensare a salvarle, magari adottandone una nelle loro città, per preservare i libri. Nel sud Italia ho sentito di un caso in cui una biblioteca privata di oltre 30mila tomi chiuderà. E non trovando sostegno dall’amministrazione pubblica si sarà costretti a riporre in scatoloni i libri, che si ammuffiranno e saranno buttati via. Vanno difesi” (Il Gazzettino.it, 20 dicembre 2014). E infatti donna Vittoria fa la sua parte, ancora a 94 anni.

Salviamo un Codice è un progetto di partenariato pubblico-privato che si autofinanzia con la produzione e la vendita delle copie anastatiche delle opere restaurate e della collana dei Quaderni di Restauro, i saggi che accompagnano i facsimile, che spiegano le fasi dell’intervento conservativo e raccontano la storia del volume antico. Salviamo una Biblioteca e le Cattedre Ambulanti, i corsi itineranti di aggiornamento per approfondire la conoscenza del libro antico e delle stampe antiche e moderne, sono le altre iniziative di questa signora padovana, un po’ milanese e un po’ veneziana, che per destino si è trovata a indossare i panni dell’editore.

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