Le cure dei restauratori per le 600 opere rimpatriate
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Sarà necessario un lavoro non solo sapiente, ma anche lungo e paziente, e toccherà ai restauratori dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma, cui sono affidati gli interventi su 600 opere d’arte, reperti archeologici, trafugati nel nostro Paese e riportati in Italia un mese fa, dopo lunghe indagini del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con diverse Procure della Repubblica nazionali, e la collaborazione del District Attorney’s Office di New York e del Dipartimento di Homeland Security degli Stati Uniti.
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Moltissimi reperti hanno subito danni, e non solo nella fase del furto ma anche successivamente, quando i trafficanti hanno pensato di nascondere segni che a loro giudizio potevano abbassarne il prezzo. Così sono stati compiuti i cosiddetti “interventi mimetici”, niente altro che la classica “toppa peggiore del buco”. Così ora saranno necessarie operazione di pulitura, lo studio dei materiali, l’eliminazione di interventi sbagliati o maldestri. Solo dopo sarà possibile dare una carta d’identità ad ogni pezzo, e in alcuni casi stabilire se siano autentici o meno.
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