Sarà necessario un lavoro non solo sapiente, ma anche lungo e paziente, e toccherà ai restauratori dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma, cui sono affidati gli interventi su 600 opere d’arte, reperti archeologici, trafugati nel nostro Paese e riportati in Italia un mese fa, dopo lunghe indagini del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con diverse Procure della Repubblica nazionali, e la collaborazione del District Attorney’s Office di New York e del Dipartimento di Homeland Security degli Stati Uniti.
Moltissimi reperti hanno subito danni, e non solo nella fase del furto ma anche successivamente, quando i trafficanti hanno pensato di nascondere segni che a loro giudizio potevano abbassarne il prezzo. Così sono stati compiuti i cosiddetti “interventi mimetici”, niente altro che la classica “toppa peggiore del buco”. Così ora saranno necessarie operazione di pulitura, lo studio dei materiali, l’eliminazione di interventi sbagliati o maldestri. Solo dopo sarà possibile dare una carta d’identità ad ogni pezzo, e in alcuni casi stabilire se siano autentici o meno.
Giornalista e scrittore. Dal 1977 alla redazione Napoli e Campania de l’Unità, dal 1980 collabora alla rubrica del Tg2 Dossier, all’Ora di Palermo, settimanali come Epoca, l’Espresso. Nel 1987 al Giornale di Napoli, fino al ‘91 quando approda al Tg2, alla trasmissione “Lezioni di Mafia”- nata da un’idea del giudice Giovanni Falcone -, poi alla cronaca del Tg2, quindi a Mixer e infine al Tg3 dove continua ad occuparsi di cronaca giudiziaria e in particolare grandi organizzazioni criminali e traffici e affari illeciti: di droga, armi, rifiuti tossici, ma soprattutto beni culturali, reperti archeologici. Fin dagli anni 70 racconta saccheggi e devastazione di aree archeologiche e del patrimonio ambientale e culturale, in Rai negli ultimi 24 anni denunciando nelle trasmissioni “Bellitalia” e “Tg3 Fuori Tg”.