Tra i pezzi più significativi, una coppa in ossidiana decorata con motivi egittizzanti e un busto-ritratto attribuito a Claudia Ottavia, figlia dell’imperatore Claudio e prima moglie di Nerone. Questi reperti archeologici, provenienti dalle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), saranno esposti insieme ad affreschi mai mostrati al pubblico prima d’ora, arricchendo ulteriormente l’offerta del museo.
I reperti sono stati concessi in prestito grazie a un accordo di valorizzazione stipulato nel 2023 tra il Parco Archeologico di Pompei e il MANN, con l’obiettivo di promuovere il patrimonio stabiano. Questo accordo ha già permesso di integrare la collezione del Museo fin dalla sua riapertura a marzo scorso.
“Il Museo Archeologico di Stabia sta consolidando il suo ruolo in una rete territoriale di luoghi culturali di grande rilevanza,” ha dichiarato Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei. Ha inoltre annunciato un incontro con il nuovo sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, per discutere di progetti futuri, tra cui il miglioramento dei trasporti pubblici, del decoro urbano e della segnaletica. Parallelamente, proseguono i lavori di restauro e potenziamento dell’accessibilità nelle ville di Stabia.
Tra le opere di maggiore interesse nel nuovo allestimento spicca una delle tre coppe in ossidiana rinvenute a Villa San Marco da Libero D’Orsi. Durante gli scavi del 1954, nell’ambiente 37, furono trovati numerosi frammenti di ossidiana decorata, insieme a fili d’oro e intarsi di pietre preziose come malachite, diaspro giallo, lapislazzuli e corallo, che testimoniavano una decorazione di straordinaria raffinatezza. Grazie a un accurato restauro, si riuscì a ricomporre due skyphoi con motivi egittizzanti, uno skyphos più piccolo con decorazioni vegetali (Coppa C) e parte di una phiale con scene nilotiche. La Coppa C, che sarà in esposizione, è ornata con intarsi di oro e pietre preziose raffiguranti fiori, foglie e un uccello su uno stelo centrale.
Queste rappresentazioni, ispirate alla moda “egittizzante” diffusa a Roma dopo la conquista dell’Egitto nel 31 a.C., evidenziano la maestria degli artigiani e la committenza esclusiva che caratterizzavano questi capolavori dell’artigianato alessandrino.
Un altro pezzo di grande rilievo è il busto-ritratto di una principessa giulio-claudia, probabilmente Claudia Ottavia, rinvenuto nel larario della villa di Anteros insieme a un’iscrizione dedicata ai Lari e alla Famiglia da Anteros ed Heracleo, rispettivamente liberto e servo della casa. L’assenza del nome della gens nell’iscrizione suggerisce che si trattasse di una famiglia di rango così elevato da non necessitare ulteriori indicazioni.
Giornalista