Restituiti all’Iraq reperti archeologici trafficati illecitamente. Erano in una collezione privata
Comunicato Stampa del Comando Carabinieri TPC
Nella sede del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale in via Anicia a Roma, si è svolta una cerimonia per la restituzione di vari reperti archeologici all’Ambasciata della Repubblica dell’Iraq, rappresentata dall’Ambasciatore S.E. Saywan Barzani, da parte del Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Generale di Divisione Francesco Gargaro. Presenti all’evento anche il Ministro Plenipotenziario Najah Al-Sabbagh – Vice Capo Missione, la Consigliera Ronak Faris Mustafa – Capo Sezione Affari Culturali, il Consigliere Hayder Al-Tamimi – Responsabile Affari Legali e il Responsabile Affari Culturali, Ahmed Jaafar. Nell’ambito di distinti procedimenti penali pendenti, rispettivamente, presso la Procura della Repubblica di Ravenna, Firenze e Oristano, i Carabinieri TPC hanno consegnato:
- una situla in bronzo, di origine irachena, databile XIX – XX sec., sequestrata dai Carabinieri del Reparto Operativo TPC a seguito di una segnalazione pervenuta da una docente di una università estera, allertata dall’ONG denominata “Yezidi Emergency Support”. Gli accertamenti tecnici condotti per il tramite della rappresentanza diplomatica irachena in Roma permettevano di stabilire che la situale era stata trafugata in Iraq durante gli eventi bellici del 2014, allorquando sono state razziate, per mano di organizzazioni terroristiche facenti capo al Daesh e all’ISIS, tutte le proprietà dei membri della comunità Yazida nella città di Sinjiar. Il bene, fuoriuscito clandestinamente dal territorio, rientra nella tutela dei beni culturali di cui alla legge sulle “Antichità e sul Patrimonio iracheno” n. 55/2002 e nelle previsioni di cui alla disposizione n. 2199/2015 del 12 febbraio 2015 con cui il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha adottato specifiche misure di prevenzione e contrasto al traffico illecito di beni culturali provenienti dall’Iraq e dalla Siria. L’autorità giudiziaria italiana ha disposto la confisca della situla per l’acquisizione al patrimonio dello Stato di provenienza.
- situla irachena databile XIX – XX sec.
- un peso da telaio di forma rettangolare con foro passante, Età protostorica;
- 3 asce litiche integre con piccole scheggiature, produzione area Nord-Mesopotamica, III millennio a.C.;
- una ceramica di Halaf, produzione mesopotamica, V-IV millennio a.C.;
- una ciotola dal bordo smussato, IV millennio a.C.;
- un frammento fittile a rilievo con motivo floreale, età del bronzo medio 2200/1600 a.C.;
- un frammento di ceramica a pareti sottili, età protostorica;
- una piccola olla con decorazioni petaliformi policroma, VIII-VI sec. a.C.
Gli elencati reperti, sequestrati dai Carabinieri del Nucleo TPC di Firenze e stimati per un valore economico complessivo di 5.000 € circa, facevano parte di una collezione privata.
- 4 frammenti di tavoletta con iscrizioni cuneiformi, databili II-I millennio a.C., sequestrati dai militari del NucleoTPC di Cagliari, nell’ambito di un procedimento penale a carico di un soggetto della provincia di Nuoro. Nell’occasione, furono sequestrati anche un centinaio di reperti archeologici appartenenti a civiltà diverse. Dall’expertise sui manufatti, anche con la collaborazione delle competenti Autorità culturali irachene, è stato possibile accertare l’autenticità dei reperti e la loro originaria provenienza.
- 4 frammenti di tavoletta con iscrizioni cuneiformi databili II-I millennio a.C.
[Fonte: Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale].
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