Violino trovato fra i rifiuti. Realizzato nel ‘700, vale 60mila Euro

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A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Per tante ragioni. Umane soprattutto e professionali in secondo luogo. È la storia di un anonimo violino trovato qualche tempo fa tra i rifiuti, pesantemente danneggiato e senza corde. Così strutturalmente provato da non meritare un’altra opportunità, se non quella della discarica. Ma si sa che a volte il destino è beffardo e certi incontri pure. Così il violino malconcio è stato recuperato dal cassonetto dei rifiuti nel quale era stato adagiato, mostrato ad un maestro di musica e infine restaurato. Solo così si è potuto “scoprire” che si trattava di uno strumento prezioso, costruito nel XVIII secolo, del valore di circa 60mila Euro.

Il violino recuperato nei rifiuti, prima del restauro

Questa storia ci ricorda che i rifiuti ci mandano un doppio crudele messaggio: ci dicono che le cose vengono usate con economica brutalità, spesso senza la necessaria comprensione e soprattutto senza una adeguata sintonia di contesto; nel nostro vivere quotidiano tutto ciò che non conserva l’abbagliante luccichio del “nuovo di zecca” spesso è destinato semplicemente ad essere riposto tra i rifiuti: l’usa e getta come canone fondamentale della nostra società. Ma a volte, anche un semplice pezzo di legno senza corde, con parti interne mancanti e qualche danno alla cassa armonica può rinascere ed esser nuovamente destinato ad un uso sociale. Questa è la lezione che ci ha voluto offrire Matteo Fanni Canelles, maestro di musica e direttore dell’Accademia Ars Nova di Trieste, mosso da sensibilità musicale e dal desiderio di ridare nuova vita ad uno strumento musicale abbandonato. Assieme a sua figlia e ad un valente liutaio si è imbattuto in quell’opera di restauro e recupero funzionale che ha portato non solo alla rinascita dello strumento musicale ma anche ad un suo nuovo battesimo: «Antico violino ritrovato», questo il nome datogli dal nuovo proprietario.

Lo strumento ha fatto sentire la sua voce ritrovata a Trieste, lo scorso 4 luglio, durante il concerto di Roberto Vecchioni e Riccardo Cocciante in piazza Unità d’Italia, nell’ambito della cinquantesima Settimana sociale dei cattolici italiani.

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