A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Per tante ragioni. Umane soprattutto e professionali in secondo luogo. È la storia di un anonimo violino trovato qualche tempo fa tra i rifiuti, pesantemente danneggiato e senza corde. Così strutturalmente provato da non meritare un’altra opportunità, se non quella della discarica. Ma si sa che a volte il destino è beffardo e certi incontri pure. Così il violino malconcio è stato recuperato dal cassonetto dei rifiuti nel quale era stato adagiato, mostrato ad un maestro di musica e infine restaurato. Solo così si è potuto “scoprire” che si trattava di uno strumento prezioso, costruito nel XVIII secolo, del valore di circa 60mila Euro.
Questa storia ci ricorda che i rifiuti ci mandano un doppio crudele messaggio: ci dicono che le cose vengono usate con economica brutalità, spesso senza la necessaria comprensione e soprattutto senza una adeguata sintonia di contesto; nel nostro vivere quotidiano tutto ciò che non conserva l’abbagliante luccichio del “nuovo di zecca” spesso è destinato semplicemente ad essere riposto tra i rifiuti: l’usa e getta come canone fondamentale della nostra società. Ma a volte, anche un semplice pezzo di legno senza corde, con parti interne mancanti e qualche danno alla cassa armonica può rinascere ed esser nuovamente destinato ad un uso sociale. Questa è la lezione che ci ha voluto offrire Matteo Fanni Canelles, maestro di musica e direttore dell’Accademia Ars Nova di Trieste, mosso da sensibilità musicale e dal desiderio di ridare nuova vita ad uno strumento musicale abbandonato. Assieme a sua figlia e ad un valente liutaio si è imbattuto in quell’opera di restauro e recupero funzionale che ha portato non solo alla rinascita dello strumento musicale ma anche ad un suo nuovo battesimo: «Antico violino ritrovato», questo il nome datogli dal nuovo proprietario.
Lo strumento ha fatto sentire la sua voce ritrovata a Trieste, lo scorso 4 luglio, durante il concerto di Roberto Vecchioni e Riccardo Cocciante in piazza Unità d’Italia, nell’ambito della cinquantesima Settimana sociale dei cattolici italiani.
Fabio Perrone, cultore di Strumenti Musicali (L-ART 07) presso la Facoltà di Musicologia dell’Università degli Studi di Pavia. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Verona, laureato a pieni voti in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia e con lode in Conservazione dei Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Parma. Esercita dal 2000 attività di consulente in materia di beni culturali. È iscritto al Collegio Lombardo Periti-Esperti-Consulenti e al Collegio Periti Italiani. Dal 2004 è Perito e CTU presso il Tribunale di Cremona e CCIAA e collabora con le Compagnie di Assicurazione nel settore tecnico (servizi di stima e perizie di strumenti musicali nonché consulenza assicurativa specifica). Oltre alla libera professione esercita attività di insegnamento: è stato docente di strumenti musicali presso il Conservatorio di Musica “Briccialdi” di Terni, è stato docente di Legislazione e Museologia presso la Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona e dal 2002 tiene regolarmente seminari presso il Dipartimento di Scienze Musicologiche dell’Università degli Studi di Pavia. Collabora col Sole24Ore e ha insegnato al Master Management dell’Arte e dei Beni Culturali presso la Business School del Sole24Ore.