Il recupero di questi 181 reperti è il risultato di sforzi congiunti tra diversi ministeri e agenzie governative irachene, nonché di collaborazioni internazionali con paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Norvegia, Germania e Giordania. Queste collaborazioni hanno permesso di rintracciare, confiscare e restituire almeno una parte dei reperti trafugati, simboleggiando un impegno comune nella lotta contro il traffico illecito.
L’Iraq, culla delle prime civiltà mesopotamiche, è ricco di oltre 25.000 siti archeologici, testimonianza della plurimillenaria presenza umana nella zona. Il Ministro Fuad Hussein ha enfatizzato in questo contesto l’importanza di una “Recovery Diplomacy“, approccio strategico mirato a rafforzare le relazioni internazionali attraverso la restituzione dei beni trafugati, promuovendo al contempo la consapevolezza globale sull’importanza della conservazione di tale patrimonio.
Storica dell’Arte iscritta all’elenco Nazionale dei Professionisti dei Beni Culturali ai sensi del D.M. 20 maggio 2019 n. 244. Ha collaborato con organizzazioni pubbliche e private contribuendo nello sviluppo di strategie efficaci per la tutela e la valorizzazione del Patrimonio Culturale.