Il 18 luglio 1610 a Porto Ercole, Michelangelo Merisi da Caravaggio si spense, dopo anni di viaggi e continue fughe a seguito dell’assassinio – più o meno volontario – di Ranuccio Tomassoni. Proprio lo scorso 18 luglio, Sky Arte ha dedicato al maestro lombardo un docufilm esclusivo, Caravaggio – Furto a Malta. L’isola fu uno dei luoghi in cui Caravaggio tentò di sfuggire alla condanna a morte, chiedendo rifugio all’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni, tramite Alof de Wignacourt.
Al periodo maltese risale l’opera protagonista del documentario, il San Girolamo scrivente, una tela realizzata con tutte le caratteristiche di oscurità, simbolismo e spiritualità tipiche degli anni dopo la fuga da Roma. Conservato nel Museo della Cattedrale di St John a La Valletta, il quadro fu oggetto di uno dei furti più assurdi della storia: nel 1984 due ladri si intrufolarono nel museo fingendosi operai e nascondendosi dietro la targa “lavori in corso”. Trafugarono il dipinto, tagliando abilmente la tela dalla cornice, arrotolandola e gettandola dalla finestra, come nei migliori film polizieschi.
I criminali tentarono a più riprese di vendere l’opera al Governo maltese e allo stesso Ministro della Cultura, ma fu l’intercessione del padre domenicano Marius Zerafa, direttore del Museo e storico dell’arte, a dare una svolta all’indagine. Le trattative andarono avanti con l’invio periodico di alcuni frammenti di tela, mentre un abile tracciamento telefonico condusse al luogo in cui i ladri avevano nascosto il dipinto: una fabbrica di scarpe di Marsa, a nord dell’isola. La tela tornò a casa dopo due anni, riportando gravi danni alla pellicola pittorica che richiesero l’intervento dell’Istituto Centrale del Restauro. Purtroppo il restauro non risolse le mancanze irreparabili della pittura, causate dal continuo arrotolamento.
Il docufilm riproduce le scene del furto, delle telefonate all’arresto, e ciò che decisamente lo arricchisce sono le testimonianze dei protagonisti e dei testimoni oculari, il contributo prezioso della voce narrante di padre Zerafa, venuto a mancare nell’ottobre 2022, che descrive il rientro della tela all’Aeroporto di Ciampino come uno degli avvenimenti più emozionanti della sua vita.
Oggi il San Girolamo scrivente è una delle opere più ammirate della capitale maltese, seppur con i suoi interventi di restauro ben visibili, ferite evidenti di numerosi viaggi e peripezie, avventurosi come quelli di chi lo ha dipinto.
Nata a Messina, ma vive a Roma. Si è laureata in Archeologia presso l’Università di Roma Tor Vergata con una tesi che coniuga Archeologia della Magna Grecia e Diritto dei Beni Culturali, in collaborazione con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Si è quindi specializzata in Management delle Risorse Artistiche e Culturali, presso l’Università IULM, sede di Roma. Collabora da diversi anni con l’Associazione Culturale Arkekairos, che si occupa di promozione del Patrimonio Culturale in ambito romano e laziale, con particolare interesse verso gli studenti della scuola superiore. Attualmente lavora nei Servizi e Rapporti con il Pubblico presso i Musei Vaticani. Precedentemente ha collaborato con FOROF, spazio espositivo al Foro di Traiano e con Museiincomune Roma, con mansioni di accoglienza e biglietteria. Nel tempo libero le piace conoscere posti nuovi, esplorare e condividere le piccole scoperte attraverso il suo profilo “Letiziachefacose”.