Turismo irresponsabile, crisis recovery e cambiamenti climatici tra le minacce globali di siti e monumenti storici
Definito dal New York Times come una “lista delle specie culturali in pericolo”, il programma Watch lanciato dal World Monuments Fund (WMF) nel 1996 è stato pensato per sensibilizzare e raccogliere fondi per la conservazione di siti culturali a rischio in tutto il mondo
Da quando è nato, oltre 800 siti hanno beneficiato dell’attenzione generata dal Watch, offrendo alle comunità locali una piattaforma per difendere il loro patrimonio e migliorare la propria resilienza. Le principali minacce identificate sono ad oggi conflitti armati, urbanizzazione incontrollata, turismo irresponsabile e cambiamenti climatici. L’obiettivo di identificare e misurare queste minacce è quello di sviluppare opportunità per migliorare la qualità della vita delle comunità, creando soluzioni specifiche per ogni sito.
Il Watch è stato creato per affrontare le urgenze più pressanti dei siti culturali con il supporto iniziale di 5 milioni di dollari donati da American Express. L’iniziativa permise allora di identificare i primi 100 siti a rischio, avviando una rete di conservazione globale che negli anni ha ampliando la propria capacità di intervenire con supporti finanziari, visibilità e accesso a risorse per avviare progetti di conservazione e sensibilizzazione pubblica. La collaborazione tra organizzazioni locali, internazionali e WMF ha dimostrato che, anche nei casi più critici, la conservazione è possibile se vengono mobilitate risorse adeguate e si crea consapevolezza.
Oltre alle minacce già citate, tipologia, ampiezza e probabilità dei rischi variano a seconda della regione geografica. In Asia e nel Pacifico, l’urbanizzazione rapida e lo sviluppo eccessivo stanno mettendo a rischio interi quartieri storici, mentre in Africa Sub-Sahariana, il cambiamento climatico minaccia gravemente i siti culturali. In America Latina e nei Caraibi, il turismo di massa è uno dei principali fattori di degrado, mentre in Europa e Nord America il problema più urgente è la mancanza di finanziamenti e risorse.
Porta esempio il Museo culturale di Mosul, la cui ricostruzione ha favorito la ripresa economica locale del territorio, reso possibile dal Mosul Cultural Museum Rehabilitation Project – consorzio internazionale guidato dall’Iraqi State Board of Antiquities and Heritage (SBAH), in collaborazione con il World Monuments Fund (WMF), il Musée du Louvre e lo Smithsonian Institution, e finanziato da ALIPH.
Uno dei siti inclusi nell’edizione precedente del World Monuments Watch è la valle di Kathmandu, in Nepal, dove l’accesso all’acqua rappresenta una sfida cruciale. A causa dell’instabilità del sistema di fornitura idrica, molti residenti dipendono dagli Hitis (fontane) che compongono un sistema idrico attivo dal VI secolo d.C. e minacciato oggi da uno sviluppo urbano intensivo, negligenza e scarsità d’acqua. Il World Monuments Fund ha avviato un Progetto per la riabilitazione di alcuni Hitis, con l’obiettivo di ristabilire un accesso idrico affidabile e sostenibile. Tra i risultati principali, l’analisi idrologica e il ripristino di un intero canale. Il lavoro è stato reso possibile anche grazie al sostegno del Fondo Ambasciata degli Stati Uniti per la Conservazione Culturale, dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Kathmandu, di American Express, Iron Mountain e della Fondazione Tianaderrah / Nellie e Robert Gipson.
Il processo di selezione del Watch 2025, attualmente in fase di rigorosa revisione interna ed esterna, ha coinvolto esperti, comunità locali e organizzazioni di tutto il mondo e verrà pubblicato a gennaio.
Per approfondire: World Monuments Fund 2022.
Storica dell’Arte iscritta all’elenco Nazionale dei Professionisti dei Beni Culturali ai sensi del D.M. 20 maggio 2019 n. 244. Ha collaborato con organizzazioni pubbliche e private contribuendo nello sviluppo di strategie efficaci per la tutela e la valorizzazione del Patrimonio Culturale.