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Il fascino, il brand e il falso, materiale e immateriale, fin dall’ultimo respiro si sono appiccicati e impadroniti della memoria e della produzione di Amedeo Modigliani. “Pressapoco un’opera su tre” è falsa e la maggior parte dei lavori potrebbe essere stata realizzata post mortem. Già questo basterebbe per farsi un’idea della dimensione (almeno) economica di un fenomeno a cui la stessa unica figlia di Modì, Jeanne Modigliani, storica dell’arte e saggista, cercò di porre un argine: una fatica di Sisifo che non riuscì a scalfire né l’agiografia dell’animo maledetto (attribuzione postuma) né la popolarità sparsa “in tutti i luoghi, in tutti i laghi” che, nel corso accidentato dell’ultimo secolo, ha movimentato aste, mosso musei e collezionisti, ha agitato le notti di connoisseur e curatori, e scomodato Carabinieri e tribunali. Modigliani è un marchio sul quale molti player, dentro, accanto e fuori dal mercato dell’arte, hanno cercato di far saltare il banco con un all in, puntando alla vincita della vita o a un’assicurazione per la pensione grazie a una somma di circostanze vere, verosimili e inverosimili. A ciò dobbiamo aggiungere contenziosi tra eredi, ritrovamenti nella spazzatura, goliardate e originali falsi, furti clamorosi ancora irrisolti, attribuzioni traballanti e dubbie certificazioni di autenticità. Non manca nulla. Nemmeno la ceralacca del vincolo ministeriale.

A una di queste storie, la più recente assurta alle cronache nazionali benché in ballo da vent’anni, si è dedicata con tenacia e pragmatismo archivistico-investigativo Margherita Corrado. Archeologa, già senatrice della Repubblica Italiana, autrice di numerosi contributi scientifici e divulgativi e di oltre duecento interrogazioni parlamentari, impegnata da tempo a documentare, denunciare e contrastare i mali della gestione del patrimonio culturale. Corrado ha dato alle stampe la sua tesi, rivista e ulteriormente aggiornata, con la quale a fine marzo 2024 ha conseguito, presso l’Università degli Studi Roma Tre, il diploma del Master biennale di II livello in Esperti nelle attività di valutazione e di tutela del patrimonio culturale. Una pubblicazione non tanto per vanto personale, quanto – ci pare di aver intuito – per amore della verità. Perché in questa storia, costruita attorno al Ritratto di Medea, c’è anche una parte – non marginale – di responsabilità dei funzionari dello Stato.

Di questo piccolo olio su tela ci siamo già occupati, ma la dettagliatissima ricostruzione ora in libreria porta con sé l’anatomia di un archetipo che trascina il lettore verso una riflessione ultima: la banalità del falso. “Un libro – scrive a margine Dania Mondini, giornalista RAI e coautrice con Claudio Loiodice de L’affare Modigliani. Trame, crimini, misteri all’ombra del pittore italiano più amato e pagato di sempre (Chiarelettere, 2019) – non solo per studiosi, giornalisti del settore, galleristi attenti e Forze dell’Ordine, ma anche per quanti, appassionati e amanti dell’arte, frequentano le mostre e si chiedono sempre più frequentemente come si fa ad ingannare il pubblico e il mercato con i FALSI. Leggendolo troverete una adeguata risposta”.

Corrado non procedere per gemmazione di ipotesi, scansa “istanze archeo-sovraniste” (categoria che alla prima occasione opportuna ci rivenderemo) e ripercorre, carta su carta, da archivio ad archivio, da fonte a fonte, le vicende patrimoniali e imprenditoriali della famiglia Modigliani. Confronta le versioni ed evidenzia le incongruenze delle date e della “natura del malanno”, meningite e tifo, che colpirono la giovane Medea Taci e l’allora Amedeo adolescente, accosta con lente filologica gli scritti di Christian Parisot, critico d’arte, e di Gabriella Meloni, proprietaria del dipinto, rimette in discussione l’identità della donna ritratta. Quel volto di tre quarti è davvero quello di Medea Taci? Spunta una ben più somigliante ignota n. 1 che potrebbe portare altrove non solo il sapiente e interessato storytelling, ma l’intera veridicità dell’attribuzione, dalla due diligence, al ruolo degli archivi d’artista fino al riconoscimento dell’interesse culturale particolarmente importante e oltre l’imprimatur ministeriale: un varco attraverso cui far accreditare un intero territorio e mettere a reddito tutto quello che vi insiste ed esiste.

Questo volume restituisce più e meglio della precedente raccolta, Interrogare la sfinge. Un’archeologa in Parlamento ai tempi del colera (2019-2022) (Scienze e Lettere, 2023), la brillante capacità investigativa ed espositiva di Corrado che incanala in un approccio olistico la ricerca di connessioni, riscontri e risposte. Per formazione ed esperienza politico-parlamentare, per la produzione e la qualità di contributi e di segnalazioni, per piglio e indipendenza intellettuale, non ci sembra fuori luogo né sproporzionato considerare Margherita Corrado erede civile di Antonio Cederna. Se l’è guadagnato sul campo. La cortigianeria non si è mai seduta dalla parte del torto, del dubbio, dell’ingiustizia, anzi, ha costruito alleanze, carriere e miti. La partigianeria del giusto, del vero e del diritto invece non ha mai garantito rendite né vite serene, ma è quella che resta e resiste sui libri di Storia. Ed è anche quella che, talvolta, si fa carico di svelare e di porre rimedio a errori datati e cristallizzati.

SCHEDA LIBRO 

Autore: Margherita Corrado

Titolo: Modigliani. La Sardegna e lo tsunami della fantasia

Editore: Scienze e Lettere

Anno edizione: 2024

Pagine: 294

Prezzo: 28,00 E

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