Avviato il censimento delle architetture rurali italiane

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Il Ministero della Cultura nel marzo del 2023 ha stanziato 10 milioni di euro del PNRR per il progetto di Completamento del censimento del patrimonio costruito rurale e all’attuazione di strumenti informativi nazionali e regionali volti a raccogliere conoscenze su architettura e paesaggio rurale, metodi e tecniche di intervento, trasferimento di buone pratiche e cultura del riuso. In seguito a una procedura di gara sono stati quindi destinati circa 7.100.000 euro per avviare, da parte del Servizio VIII del Segretariato Generale del MiC e dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) l’iter per l’identificazione, lo studio e la catalogazione degli edifici rurali del territorio italiano. Lo scopo del progetto è quello di schedare tutti gli immobili storici presenti nel nostro Paese non solo per tutelare e valorizzare l’architettura rurale, ma anche per preservare il paesaggio agrario, che fa parte del patrimonio culturale italiano. La motivazione di questo lavoro è ben spiegata nel sito dedicato: “L’architettura rurale in Italia costituisce un elemento fondamentale del paesaggio agrario, caratterizzato da un’eterogenea moltitudine di strutture e tipologie edilizie che riflettono secoli di storia, cultura e interazione con l’ambiente naturale”. Allo stesso link è possibile accedere sia per verificare in tempo reale l’avanzamento del lavoro che per segnalare eventuali strutture da catalogare; la collaborazione con i proprietari è infatti fondamentale in questo caso, per poter effettuare un lavoro più completo possibile. Ad essere compresi in questo censimento saranno tutti gli edifici realizzati dal XIII al XIX secolo e riconosciuti come ville di campagna, masserie, fattorie, ecc. ma anche gli “elementi materiali” come ad esempio i sistemi di produzione, le canalizzazioni o la viabilità.

L’ICCD in questo progetto ha l’importante ruolo di coordinamento e supervisione e a tal fine ha creato un apposito gruppo tecnico-scientifico composto sia da docenti che da ricercatori universitari. Per procedere alla catalogazione, inoltre, lo stesso istituto ha concepito un’apposita scheda AR – ovvero, architettura rurale – ideata per poter restituire più informazioni possibili, ma allo stesso tempo per facilitare il lavoro dei catalogatori, che possono compilarla direttamente sul posto. La scheda AR è quindi pensata per fornire informazioni tecniche sugli edifici, ma anche di tipo storico, geografico, geologico e naturalistico.  

Si prevede che fino a giugno 2025 un gruppo costituito da varie figure professionali sarà impegnato a produrre circa 50.000 schede, avendo suddiviso preventivamente il territorio in 8 lotti.

Ogni scheda prodotta, corredata naturalmente anche da documentazione fotografica, verrà inserita nel Catalogo generale dei beni culturali, che sarà disponibile a tutti come open data. Allo stato attuale sono stati segnalati più di 4000 edifici, circa 900 dei quali sono già stati verificati.

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