Salvare il patrimonio culturale libanese
La guerra è causa di innumerevoli perdite di vite umane ma un altro aspetto devastante è la distruzione dell’identità culturale dei popoli stessi e di quei simboli che permettono loro di ricostruire la propria storia.
È di questi giorni la notizia di numerosi attacchi in Libano da parte di Israele che stanno seriamente minacciando il patrimonio culturale. Per questo, cento deputati libanesi hanno deciso di unirsi e di scrivere un accorato appello direttamente ad Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco, chiedendo di aiutarli a difendere le testimonianze del loro passato minacciate dai raid.
Vari sono i siti in pericolo come Baalbek, patrimonio Unesco dal 1984, Sidone e Tiro, solo per citare i più famosi tra questi.
L’appello non è rimasto inascoltato: per il 18 novembre è prevista una riunione straordinaria del Comitato per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto nella sede di Parigi. In tale occasione si stabiliranno i provvedimenti da prendere e si agirà di conseguenza per salvaguardare 34 siti del patrimonio del Libano dalla distruzione. Sarà fondamentale anche convincere le varie parti in causa a rispettare la Convenzione dell’Aja per la protezione dei beni archeologici e culturali in caso di conflitto armato.
Sono già stati colpiti numerosi siti, non solo archeologici, di grande importanza storica come il il mercato ottocentesco di Nabatieth o la Moschea di Tibnin di epoca crociata. La preoccupazione riguarda anche i continui danni che possono derivare dai movimenti sismici e dalle vibrazioni del terreno o dai gas tossici e dalle sostanze chimiche nell’aria, inevitabili in situazioni di guerra, che non si possono né calcolare né stimare se non solo alla fine.
L’Italia, direttamente attiva nella salvaguardia e nel recupero di molti siti nelle attuali zone di guerra, ha espresso, attraverso l’ambasciata italiano in Libano, grande preoccupazione per una situazione che continua a peggiorare. Nel maggio 2023, dopo due anni di intenso lavoro di restauro e recupero coordinato da esperti italiani, è stato restituito al suo antico splendore il colonnato del Tempio di Giove di Baalbek che ora, insieme ad altri inestimabili tesori dell’identità culturale di queste aree, rischia di andare distrutto.
Consegue a pieni voti la laurea in Lettere Antiche con Indirizzo Archeologico presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” con una tesi in Metodologia e Tecnica della Ricerca Archeologica. Successivamente, consegue il Diploma di Specializzazione in Archeologia Classica presso l’Università La Sapienza di Roma con una tesi in Teorie e Tecniche del Restauro Archeologico. Ha approfondito gli studi inerenti al Patrimonio Culturale e la sua tutela e difesa attraverso l’analisi dell’Operazione Ifigenia del CC TPC. Dal 2004 si occupa di assistenza archeologica, di direzione di scavi archeologici e della redazione della relativa documentazione. Ha partecipato a missioni archeologiche in Giordania presso il sito di Wadi Useykhim. Dal 2012 al 2016 ha collaborato occasionalmente con il Museo Civico Archeologico di Albano Laziale. Dal 2014 al 2016 ha rivestito il ruolo di socio fondatore e vice presidente dell’ associazione culturale Honos et Virtus e per il sito www.honosetvirtus.roma.it, ha curato la rubrica “Recensiones”. Dal 2017 è socio fondatore e vice presidente dell’associazione culturale no profit Niger Lapis. Dal 2018 ricopre il ruolo di OS 25 e da giugno 2021 collabora con Munus srl come operatore didattico presso Musei Capitolini, Mausoleo di Augusto, Ara Pacis e Mercati di Traiano. Ѐ iscritta nell’elenco nazionale ai sensi del DM 20/05/2019 n. 244 per il profilo di “Archeologo di I Fascia” ed è iscritta con il n. “RM – 2472” nel ruolo di Periti ed Esperti Sezione Unica della CCIAA di Roma per la Categoria XXIV ANTICHITÀ E BELLE ARTI.
Ѐ tra gli autori del progetto “Assassini dell’Arte — I podcast che raccontano le storie dei Crimini contro la Cultura”, patrocinato dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e sponsorizzato da Intesa San Paolo. A maggio 2022 ha ricevuto il Premio “Jean Coste” per la sezione Università – Archeologia.