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La guerra è causa di innumerevoli perdite di vite umane ma un altro aspetto devastante è la distruzione dell’identità culturale dei popoli stessi e di quei simboli che permettono loro di ricostruire la propria storia.

È di questi giorni la notizia di numerosi attacchi in Libano da parte di Israele che stanno seriamente minacciando il patrimonio culturale. Per questo, cento deputati libanesi hanno deciso di unirsi e di scrivere un accorato appello direttamente ad Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco, chiedendo di aiutarli a difendere le testimonianze del loro passato minacciate dai raid.

Vari sono i siti in pericolo come Baalbek, patrimonio Unesco dal 1984, Sidone e Tiro, solo per citare i più famosi tra questi.

Antica Tiro, Libano, Strada colonnata (Foto: wikipedia).

L’appello non è rimasto inascoltato: per il 18 novembre è prevista una riunione straordinaria del Comitato per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto nella sede di Parigi. In tale occasione si stabiliranno i provvedimenti da prendere e si agirà di conseguenza per salvaguardare 34 siti del patrimonio del Libano dalla distruzione. Sarà fondamentale anche convincere le varie parti in causa a rispettare la Convenzione dell’Aja per la protezione dei beni archeologici e culturali in caso di conflitto armato.

Sono già stati colpiti numerosi siti, non solo archeologici, di grande importanza storica come il il mercato ottocentesco di Nabatieth o la Moschea di Tibnin di epoca crociata. La preoccupazione riguarda anche i continui danni che possono derivare dai movimenti sismici e dalle vibrazioni del terreno o dai gas tossici e dalle sostanze chimiche nell’aria, inevitabili in situazioni di guerra, che non si possono né calcolare né stimare se non solo alla fine.

L’Italia, direttamente attiva nella salvaguardia e nel recupero di molti siti nelle attuali zone di guerra, ha espresso, attraverso l’ambasciata italiano in Libano, grande preoccupazione per una situazione che continua a peggiorare. Nel maggio 2023, dopo due anni di intenso lavoro di restauro e recupero coordinato da esperti italiani, è stato restituito al suo antico splendore il colonnato del Tempio di Giove di Baalbek che ora, insieme ad altri inestimabili tesori dell’identità culturale di queste aree, rischia di andare distrutto.

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