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In Ucraina il “dottore dei monumenti” pavesi

(Tempo di lettura: 3 minuti)

Lviv, esterno notte, 15 luglio 2023. Manca un’ora al coprifuoco. Chi cerca un tram, chi un taxi, chi da bere, chi cibo caldo. Inizia da qui il diario di Alessandro Cini, restauratore affermato nell’ambito lapideo-pittorico, molto attivo tra Pavia e Milano, e titolare di una società che si occupa di manutenzione e messa in sicurezza di edifici religiosi e civili e di interventi di recupero e restauro di elementi decorativi e dipinti. Il “dottore dei monumenti” pavesi, come aveva titolato il Corriere della Sera in un’intervista del 10 giugno 2019, ha consegnato alle stampe un memoir di racconti, dialoghi e foto per tenere traccia di checkpoint, villaggi crivellati, rottami bruciati, edifici e ponti distrutti, trincee, campagne, desolazione e arte: la guerra è materia viva quando tutt’attorno parla di morte. “Quello di cui mi occupo non è il primo pensiero in questo momento in Ucraina, ma salvare il proprio patrimonio artistico vuol dire preservare anche la propria identità” (p. 36). Il presente è mescolato al passato, ricordi di altri viaggi diventano la bussola sentimentale per orientarsi nelle trasformazioni umane, architettoniche e tecnologiche del territorio. E, quella che poteva essere un’opportunità di lavoro, un bando della Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina, si rivela il passaporto per navigare tra le vite dei superstiti e tra le città stuprate. Kiev, Bucha, Borodyanka, Irpin.

L’11 novembre 2022, sulla pagina Instagram di Banksy, compare un carosello, tre immagini che via via allargano il campo attorno allo stencil di una giovane ginnasta in appoggio sulle braccia. Per Cini è plausibile che si tratti di Katya Dyachenko, la promettente atleta della ginnastica ritmica morta a undici anni tra le macerie bombardate della sua abitazione a Mariupol. È comunque la prova che l’artista, più schivo e più lontano dal narcisismo egotico del circo dell’arte, sia passato da Borodyanka.

Una settimana più tardi, è il 17 novembre 2022, un video documenta una serie di interventi realizzati in quei giorni, in solidarietà del popolo ucraino, a Horenka: un anziano nella vasca da bagno, una casalinga con la maschera antigas con un estintore rosso in mano, una ginnasta che volteggia con il nastro, due bambini che giocano, un camion, due karateka. Nel mezzo la città, la musica, la distruzione, le parole e le lacrime. Il 9 dicembre 2022 Banksy annuncia la produzione di 50 serigrafie il cui ricavato è interamente destinato a sostenere le missioni in Ucraina di Legacy of War Foundation, un ente di beneficenza internazionale con sede centrale nel Regno Unito. La vendita supera il milione di richieste.

Cini e la sua squadra medicano una decina dipinti di C215, pseudonimo di Christian Guémy, e due pezzi di Banksy staccati da edifici pericolanti destinati all’abbattimento. Ne conservano l’integrità, l’unitarietà, i colori e la memoria, usano antiche ricette per riparare moderni graffiti mentre la vita prova a schivare le mine nascoste dai russi e a riconquistare spazi di normalità. Anche gli stucchi del teatro di Irpin attendono risorse e soccorso. “Siamo seri, sono un restauratore italiano, una delle categorie più sottopagate del paese, ci passano davanti tutti, muratori, imbianchini, netturbini. Noi viviamo d’arte e di passione, dei soldi ci frega un cazzo” (p. 79). Ne prendiamo atto.

Il dispaccio di Cini è in sé un racconto piacevole che però paga il prezzo di una scrittura modesta, elementare nella costruzione, un po’ acerba nelle descrizioni e gratuitamente scurrile: otto “cazzo” in 128 pagine possono bastare? Alcune imprecisioni (le 11 ma sono le 23, ottobre ma è novembre) e una gestione approssimativa dei dialoghi restituiscono un lavoro grezzo che difficilmente potrà entrare nella cinquina del Premio Strega. Alessandro Cini è un restauratore, non ha la pretesa letteraria di eguagliare i reportage di Emmanuel Carrère, è evidente; ma è altrettanto chiaro e nobile l’intento di questa pubblicazione: portare un pezzetto della sua esperienza nelle vite di noi, stranieri ed estranei, che abbiamo osservato in TV, perlopiù distrattamente, l’orrore della guerra in Ucraina. E spingerci ad agire, contribuendo alla realizzazione di un museo che possa custodire e valorizzare l’arte scampata alle bombe. Questo, alla fine, è quello che conta.

SCHEDA LIBRO 

Autore: Alessandro Cini

Titolo: Fixing Banksy

Editore: FVEditori

Anno edizione: 2024

Pagine: 128

Prezzo: 18,00 E

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