Site icon The Journal of Cultural Heritage Crime

Il MANN nel deserto saudita: un mese di archeologia al Maraya di Al-‘Ula

(Tempo di lettura: 3 minuti)
Maraya Concert Hall, Giò Forma architects e Black Engineering, 2019. Wadi Ashaar, Al-‘Ula, Arabia Saudita.

Il Maraya, struttura firmata Giò Forma che vanta 9.740 metri quadrati di pareti specchiate (già Guinness World Record), attualmente ospita una prestigiosa selezione del patrimonio archeologico italiano. Tra i reperti più importanti in mostra, il ritratto di Alessandro con ureo faraonico, dalla collezione Borgia (IV secolo a.C.); il mosaico a tema nilotico dalla Casa del Fauno a Pompei (fine II secolo a.C.); la statuetta in bronzo da Ercolano, raffigurante Alessandro Magno a cavallo (I secolo a.C.); una statuetta di elefante da guerra in terracotta da Pompei (I secolo d.C.); una testa colossale di Giulio Cesare, della collezione Farnese, proveniente dal foro di Traiano a Roma; una statua in marmo dell’imperatore Traiano in abbigliamento militare, da Minturno (II secolo d.C.); i busti in marmo degli imperatori Adriano e Marco Aurelio (II secolo d.C.).

L’esposizione si inserisce nel programma dell’Ancient Kingdoms Festival, che celebra 7.000 anni di civiltà umana con esperienze immersive uniche. Quest’anno, il Festival dà particolare rilievo alle città della Via dell’Incenso, tra cui Dadan e Hegra, antichi crocevia di scambi culturali che trasportavano merci preziose come incenso, mirra, spezie e gioielli.

Un evento speciale del Festival è la celebrazione dei 15 anni di Hegra come Patrimonio dell’Umanità UNESCO, il primo sito saudita a ricevere tale riconoscimento. In onore di questo traguardo, il Festival propone innovativi modi di vivere Hegra, tra cui un tour con occhiali a realtà aumentata (AR) che permette di scoprire dettagli storici finora accessibili solo agli studiosi. I progetti collaterali previsti includono ricerche congiunte sui siti archeologici di Al-‘Ula, coinvolgendo studiosi e istituzioni internazionali. L’obiettivo è rafforzare la regione come crocevia culturale tra Oriente e Occidente, celebrando la sua eredità storica come fulcro della Via dell’Incenso. Il programma di quest’anno include anche iniziative dedicate alle comunità locali, tra cui un progetto di coinvolgimento scolastico e moduli di apprendimento attivo per giovani. Il Festival apre inoltre opportunità di lavoro e sviluppo di competenze per i residenti, contribuendo alla crescita sociale ed economica del territorio.

Questa collaborazione, punta a favorire la condivisione di competenze e conoscenze nel campo del patrimonio culturale. “Un’occasione per scambiare saperi e capacità”, ha dichiarato Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei presso il Ministero della Cultura e Professore di Archeologia Classica all’Università di Napoli “Federico II”. L’iniziativa rappresenta un importante passo per il rafforzamento delle relazioni culturali tra Italia e Arabia Saudita, che non manca di rimanere comunque in ascolto delle diverse prospettive degli esperti, che sottolineano ad esempio l’assenza di un chiaro progetto scientifico alla base dell’esposizione, o il rischio, intrinsecamente inevitabile, di esposizione a fattori ambientali potenzialmente dannosi.

La Statuetta in bronzo di Alessandro Magno a cavallo (I secolo a.C.) presso il Maraya Auditorium (Foto: Alula).

La collaborazione tra il MANN e l’Arabia Saudita rappresenta un’occasione per promuovere il patrimonio italiano in un contesto globale. Questa partnership rafforza il dialogo culturale, proponendo Al-‘Ula come museo vivente e crocevia di civiltà antiche, in un’esperienza che unisce passato e presente.

Exit mobile version