Bibliomania canaglia: venti sfumature di seduzione (e qualche crimine)

Il quinto Quaderno annuale dell’Aldus Club, l’Associazione internazionale di bibliofilia fondata a Milano nel 1990 dal libraio antiquario Mario Scognamiglio, ci regala una gustosa antologia sul libro come oggetto, desiderio e conforto, sulle preferenze e le psicosi del collezionista e sulle sorti delle biblioteche private

(Tempo di lettura: 5 minuti)

[…] i libri non sono solo supporti di studio o di svago, ma compagni di vita e di viaggio, rimedio alla noia e strumenti di cura contro i diversi mali dell’anima.
Alessandro Danovi, p. 12

Sapere, spazio e soldi sono le tre indispensabili S, secondo Hans Tuzzi, che fanno di un appassionato un vero collezionista di libri. E se un bibliofilo, un amorevole e instancabile raccoglitore, altro non fosse che un raffinato caso psichiatrico affetto da disturbo da accumulo? È quello che si chiede Aristide Saggino, ordinario di psicologia generale, psicometria, neuropsicologia e neuroscienze cognitive alla Scuola di medicina dell’Università di Chieti-Pescara. Inizia così Ossessione bibliofila, da poco in libreria a cura di Antonio Castronuovo, già autore del Dizionario del bibliomane (Sellerio editore Palermo, 2021), una miscellanea di voci, esperienze e professioni che prende per mano neofiti e che accompagna accoliti – che talvolta sorrideranno nel riconoscere i propri capricci – nei labirinti dei vizi e delle virtù del collezionismo librario. Perché tutti i collezionisti felici sono uguali, ma ogni collezionista infelice è infelice a modo suo.

Come nasce e perché muore una biblioteca privata? Solo libri antichi, rari, di pregio e prime edizioni? Si può dedicare tutta la vita a collezionare uno e un solo autore? Periodici e fumetti hanno la stessa dignità e la stessa tutela dei libri? La bibliomania è un tratto genetico? Quanto si è disposti a spendere e a rischiare per possedere un libro? Quale destino per le raccolte di studiosi, letterati e scrittori? A queste e a molte altre domande indirettamente risponde questo prezioso volume che attraversa libri di storie e storie di libri per restituire la dimensione estremamente eterogenea della bibliofilia e dei suoi attori, tra itinerari collezionistici e geografie delle relazioni e delle disposizioni, tra feticci e strumenti di lavoro. Autori, editori, stampatori, librai, lettori, collezionisti, mercanti antiquari, case d’asta, sono tutti coinvolti, prima, durante o dopo, in acquisti, scambi, doni, talvolta furti, dentro mercatini, fiere, librerie o aste. Poco importa il come e non condiziona il dove, il collezionismo librario è seduzione, sposta uomini, oggetti e denari, segna la fortuna o determina la disgrazia di un libro o di una raccolta. Ogni contributo in Ossessione bibliofila risente della personalità, della professione e del legame che l’autore – maschile di pochissimo sovraesteso, ma ci torniamo a breve – ha con i libri, con la sua collezione o con la collezione della sua famiglia. La famiglia, appunto, è un legante che ritroviamo in diversi racconti come luogo fisico, emotivo e culturale, dove attingere o da dove fuggire, per coltivare la passione libraria, un amore che spesso si trasmette ma che non è detto si erediti.

Accade spesso che grandi collezionisti non condividano, per tante ragioni, la loro passione coi figli. Anzi, spesso quella passione è vissuta dai figli come una vera iattura, una condanna, un odioso passatempo che aveva loro privato del piacere di trascorrere del tempo spensierato coi padri.
Fabio Massimo Bertolo, pp. 145-146

Non è il caso di Luigi Contu, che attorno alla biblioteca ereditata dal padre e dal nonno ha scritto un romanzo, I libri si sentono soli (La nave di Teseo, 2022), e nemmeno quello di Oliviero Diliberto che ha avviato la raccolta degli ottocentoventidue volumetti BUR (1949-1972) iniziando a “trafugarli” dagli scaffali dei genitori. Tuttavia, non sono affatto isolati gli episodi di insipienza e di indifferenza verso le raccolte – lo racconta bene Bertoldo – che rischiano di essere incomprese, smembrate e liquidate per pochi spicci da eredi distratti e frettolosi di liberarsi dal peso dei propri avi.

BIBLIOCLASTIA EREDITARIA
Svendita della collezione faticosamente accumulata da un padre o da un nonno. Rarissimo il caso di erede premuroso che rispetta la collezione e, invece di disperderla per calcolo venale, studia come salvarla, individuando un istituto che l’accolga e ne rispetti l’integrità.
Antonio Castronuovo, p. 18

Sul collezionare o anche sul decollezionare (Quaderno n. 3 – dicembre 2022) pare inoltre insista una primordiale questione di genere: chi studia, sicuramente chi raccoglie libri, siano essi moderni, antichi, rari o preziosi, e chi scrive è uomo. Lo dimostra la combinazione degli autori e delle autrici: 18 a 2 (nel 2022 erano 24 a 1). Lo confermano i contenuti e i loro protagonisti: tutti uomini, tranne la fugace apparizione di Claudia Salaris, citata – guarda caso – dal marito Pablo Echaurren. È un dato, né positivo né negativo, che meriterebbe di essere approfondito e raccontato proprio dagli amanti e dagli esperti soci (e socie) dell’Aldus Club, anche a partire dagli spunti emersi dal recente convegno, Donne che salvano i libri, che si è tenuto lo scorso 15 dicembre alla restituita Chiesa dei Girolamini a Napoli.

Se il collezionismo è uomo, lo è anche il furto. Il contributo di Francesca Nepori, segretaria dell’Associazione, direttrice dell’Archivio di Stato di Massa e della Sezione di Pontremoli, studiosa delle biblioteche delle congregazioni religiose e biografa di Guglielmo Libri (1802-1869), guida il lettore nella spericolata vita di Giuda Taddeo Bruto Timoleone Icilio Libri Carucci dalla Sommaja. Brutino per i famigliari, per tutti Guglielmo Libri, Nomen omen, è stato un conte fiorentino, un precoce e brillante studente, iscritto quattordicenne all’Università di Pisa, dottorato a venti, docente di matematica e fisica a ventuno. Prolifico autore di studi matematici, di memorie e di storia della scienza, prevalentemente in lingua francese per diffonderne il più possibile le teorie, nell’ambiente bibliofilo Libri è ricordato come uno spregiudicato bibliomane, saccheggiatore di biblioteche pubbliche e abile truffatore e falsificatore di legature e di note di possesso. Nominato direttore della biblioteca dell’Accademia dei Georgofili nel 1825, incarico che mantiene per poco più di un anno, e successivamente ispettore in diverse biblioteche dipartimentali francesi, Libri usa il suo sapere, le sue conoscenze e il suo potere: ruba, trattiene, falsifica, sostituisce, vende, acquista, accumula.

Non sdegnava nulla: incunaboli, cinquecentine, aldine, edizioni illustrate, manoscritti (soprattutto in scrittura carolingia, di cui era diventato valente paleografo), messali, autografi di matematici, filosofi, fisici. Si dilettava di cartografia, botanica, anatomia, araldica, odeporica. Tutto ciò che al suo occhio poteva fruttare denaro, o sembrare raro e prezioso, diventava oggetto di furto. Nel suo appartamento alla Sorbona, sequestrato durante il processo, gli agenti di polizia trovarono masse di libri antichi a stampa, autografi, documenti, codici ma anche, nel camino, della brace in cui ancora fumavano carte compromettenti.
Francesca Nepori, pp. 83-84

Ci ricorda qualcuno.

Non vi affaticate: Guglielmo Libri. Vita aneddotica di un bibliomane (Edizioni Libreria Galliera, 2023) di Nepori è esaurito e introvabile nel commercio online dell’usato.

Dunque, Ossessione bibliofila è uno di quei libri che nutre ma non sazia, che appaga ma che rilancia su personaggi e storie: viene voglia di andare a spulciare la corrispondenza di Antonio Magliabechi nel fondo conservato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze o di buttarsi alla ricerca compulsiva de Il club Dumas, di una buona edizione Treves de La figlia di Iorio di Gabriele D’Annunzio, dei saggi di Umberto Eco dalle Riflessioni sulla bibliofila a Le avventure di un bibliofilo, della bibliografia di Joseph Conrad e di altri volumi citati. Chi scrive ha già messo in pratica quasi tutte queste cose. Insomma, Ossessione bibliofila può indurre euforia, talvolta ansia e frustrazione, occasionalmente ammirazione per l’acribia filologia di Ugo Mursia o simpatia per le postille lapidarie di Carlo Emilio Gadda, ci auguriamo non identificazione – o peggio emulazione – in Guglielmo Libri. Questo è un libro che certamente scatena dipendenza e che può nuocere gravemente allo spazio e ai soldi di chi lo leggerà. Non poteva essere altrimenti.

SCHEDA LIBRO 

Autore: Antonio Castronuovo (a cura di)

Titolo: Ossessione bibliofila

Editore: La nave di Teseo

Anno edizione: 2024

Pagine: 185

Prezzo: 20,00 Euro

Buone Feste 2024:25 1

Giornata Internazionale UNESCO 14 novembre

Banner rettangolare Giornata UNESCO

Ultimi articoli

error: Copiare è un reato!