Richiesti fondi per l’esproprio di Casina Spinelli, edificio imponente nell’area dell’antico Foro di Suessula
“Un luogo di straordinaria importanza storica e culturale”, così Mariano Nuzzo – Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli – sette mesi fa definiva Suessula, (conosciuta anche come Suessola), sito archeologico nell’area di Acerra, comune del Napoletano, annunciando una “nuova e significativa” campagna di scavo e di restauro. Ora La Soprintendenza ha anche richiesto alla Direzione Generale Archeologia Belle arti e Paesaggio un fondo straordinario (di 1.115.200 euro) per l’esproprio di Casina Spinelli, edificio imponente che si affaccia sull’area di quello che era il Foro di Suessula. Concepita come casino di caccia, poi diventato residenza per lo svago dei Borboni la Casina – oggi in abbandono e da recuperare – custodisce un’infinità di tracce del passato.
La richiesta dei cittadini di proteggere e riportare alla luce un patrimonio davvero prezioso ha dunque trovato nuovo slancio: con iniziative pubbliche e anche con una interrogazione parlamentare del Movimento Cinque Stelle. I ritrovamenti compiuti, non solo negli ultimi scavi, parlano di testimonianze fondamentali per la comprensione della storia antica della Campania, di un passato attraversato dal popolo degli Ausoni, poi della presenza culturale e commerciale degli etruschi, quindi dei sanniti e infine dei romani, nel IV secolo, quando Suessula, che si trovava lungo la via Popilia (arteria vitale per i collegamenti tra Capua a Reggio Calabria), diventò un centro ancora più importante. Quando già era cominciato il declino la città cadde sotto il dominio dei Longobardi, quindi, nell’880 subì anche le devastazioni dei Saraceni. Da ultimo la zona fu inghiottita da una palude.
Giornalista e scrittore. Dal 1977 alla redazione Napoli e Campania de l’Unità, dal 1980 collabora alla rubrica del Tg2 Dossier, all’Ora di Palermo, settimanali come Epoca, l’Espresso. Nel 1987 al Giornale di Napoli, fino al ‘91 quando approda al Tg2, alla trasmissione “Lezioni di Mafia”- nata da un’idea del giudice Giovanni Falcone -, poi alla cronaca del Tg2, quindi a Mixer e infine al Tg3 dove continua ad occuparsi di cronaca giudiziaria e in particolare grandi organizzazioni criminali e traffici e affari illeciti: di droga, armi, rifiuti tossici, ma soprattutto beni culturali, reperti archeologici. Fin dagli anni 70 racconta saccheggi e devastazione di aree archeologiche e del patrimonio ambientale e culturale, in Rai negli ultimi 24 anni denunciando nelle trasmissioni “Bellitalia” e “Tg3 Fuori Tg”.