Richiesti fondi per l’esproprio di Casina Spinelli, edificio imponente nell’area dell’antico Foro di Suessula

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Casina Spinelli (particolare del tetto) (Foto: wikipedia).

“Un luogo di straordinaria importanza storica e culturale”, così Mariano Nuzzo – Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli – sette mesi fa definiva Suessula, (conosciuta anche come Suessola), sito archeologico nell’area di Acerra, comune del Napoletano, annunciando una “nuova e significativa” campagna di scavo e di restauro. Ora La Soprintendenza ha anche richiesto alla Direzione Generale Archeologia Belle arti e Paesaggio un fondo straordinario (di 1.115.200 euro) per l’esproprio di Casina Spinelli, edificio imponente che si affaccia sull’area di quello che era il Foro di Suessula. Concepita come casino di caccia, poi diventato residenza per lo svago dei Borboni la Casina – oggi in abbandono e da recuperare – custodisce un’infinità di tracce del passato.

La richiesta dei cittadini di proteggere e riportare alla luce un patrimonio davvero prezioso ha dunque trovato nuovo slancio: con iniziative pubbliche e anche con una interrogazione parlamentare del Movimento Cinque Stelle. I ritrovamenti compiuti, non solo negli ultimi scavi, parlano di testimonianze fondamentali per la comprensione della storia antica della Campania, di un passato attraversato dal popolo degli Ausoni, poi della presenza culturale e commerciale degli etruschi, quindi dei sanniti e infine dei romani, nel IV secolo, quando Suessula, che si trovava lungo la via Popilia (arteria vitale per i collegamenti tra Capua a Reggio Calabria), diventò un centro ancora più importante. Quando già era cominciato il declino la città cadde sotto il dominio dei Longobardi, quindi, nell’880 subì anche le devastazioni dei Saraceni. Da ultimo la zona fu inghiottita da una palude. 

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