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Odessa in una cartolina di fine ‘800

Il missile russo aveva un bersaglio preciso ed era di quelli che bucano il cemento come il burro, per esplodere all’interno dell’edificio preso di mira e uccidere chi si trova lì dentro. Così, visto che nell’attacco missilistico che nel fine settimana ha colpito il centro storico di Odessa si contano “solo” feriti e non ci sono morti, c’è chi parla di miracolo.

Ma probabilmente un miracolo non basterà per far rinascere lo storico hotel Bristol, in buona parte praticamente in macerie, soprattutto ai piani alti, tra tetto e mansarde. Ricco di statue neoclassiche, marmi e colonne, meravigliosa imponente struttura, il Bristol è un capolavoro dell’800. Ed è frutto dell’ingegno di Alexander Bernardazzi, architetto, figlio di quel Giuseppe, nativo del Canton Ticino e laureato a Milano, chiamato dallo zar Alessandro I per impreziosire San Pietroburgo con capolavori dell’arte italiana. La stessa impronta che ha segnato Odessa, nota come la più italiana delle città d’oriente.

La distruzione della memoria, della storia dell’Ucraina, pianificata a Mosca segue un’agenda precisa. Così, oltre l’albergo, sono stati colpiti la Sala della Filarmonica, una filiale del Museo Letterario, il Museo d’Arte Occidentale e Orientale. Odessa, ricca di storia e di arte è patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO, ma questo non basta a fermare la barbarie degli attacchi russi. L’Organizzazione delle Nazioni Unite – che nella città ha inviato un team – ha già avviato una valutazione dei danni e degli interventi urgenti. Il centro storico di Odessa, segnato duramente da questo attacco, fa parte di un programma (in cui l’Italia è impegnata) che punta a ricostruire quello che la Russia sta sistematicamente distruggendo. 

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