Dal ristorante al museo: la Policía Nacional spagnola recupera reperti archeologici utilizzati come decorazione
La segnalazione in seguito a una recensione online
Abstract: the Spanish National Police recovers two limestone artifacts dating of the II Century b.C., embedded as decorative elements into the wall of a restaurant and previously found by the owner during the restoration works. The two objects of astonishing archaeological importance are now at the Archaeological and Ethnological Museum of Granada .
Granada, 2011. Nel pieno dei lavori di riqualificazione di un lotto per l’apertura di un ristorante sono emersi due elementi decorativi in pietra serena risalenti al II secolo a.C. precedentemente accantonati come macerie della demolizione dell’immobile preesistente. Mentre il primo ritrovamento riportava la raffigurazione di un cavallo, il secondo era un oggetto di uso domestico, con alta probabilità un mortaio. Piacevolmente colpito, il ristoratore non ha esitato ad inserire i due pezzi come elementi d’arredo all’interno della parete del suo nuovo locale.
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L’indagine della Polizia è iniziata lo scorso marzo in seguito a una recensione online lasciata da un appassionato d’arte, nella quale egli affermava di aver identificato alcuni oggetti di elevato valore archeologico all’interno di una parete di un ristorante presso il quale si era recato. Gli agenti, quindi, si sono presentati presso quel locale per condurre le proprie operazioni e sentire il ristoratore, il quale, una volta informato circa l’importanza storico-culturale dei due pezzi, ha mostrato piena collaborazione con le forze dell’ordine.
Secondo la relazione degli esperti, i pezzi proverrebbero da un’area archeologica attualmente protetta e in fase di studio, situata a circa 30 km di distanza da Granada.
In particolare, la pietra in cui è raffigurato il cavallo – sulla quale si sono concentrate le analisi degli esperti – sarebbe legata ai santuari dedicati al culto di Pothnia Hippon o Pothnia Theron quale parte di un rituale di protezione dell’allevamento, della doma e del possesso di equini in una fase molto tarda del periodo iberico. Tali attività acquisirono grande importanza nel II secolo a.C., sia a livello economico sia come indicatore di prestigio e distinzione delle élite locali. Sebbene pezzi simili siano noti anche in altre parti della Spagna, alcune peculiarità – come, ad esempio, l’assenza di figure umane e l’esclusivo risalto dato agli animali – hanno permesso di associare con ancora più certezza il ritrovamento a quella specifica regione dell’Andalusia.
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Da un punto di vista giuridico, si tratta di beni caratterizzati da un elevato valore storico-culturale soggetti alle disposizioni della Legge n. 16/1985 sul Patrimonio Storico Spagnolo, la Legge n. 14/2007 sul Patrimonio Storico dell’Andalusia e la Legge n. 8/2007 sui Musei dell’Andalusia.
Entrambi i reperti si trovano adesso al Museo Archeologico ed Etnologico di Granada.
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Laureata in Giurisprudenza (Firenze 2019) con una tesi sulla protezione del patrimonio culturale nei confitti armati, si iscrive a un corso di specializzazione in gestione e protezione del Patrimonio Mondiale (Palazzo Spinelli 2020-2021) al quale segue un periodo di tirocinio presso Here_Lab – laboratorio congiunto tra Università degli studi di Firenze e Ufcio Patrimonio Mondiale e rapporti UNESCO del Comune di Firenze. La collaborazione col Laboratorio si rinnova con una borsa di ricerca, che rimane attiva fino a novembre 2023, quando prende servizio presso la Direzione Cultura e Sport del Comune di Firenze. Ha pregressa e consolidata esperienza come progettista in ambito culturale europeo, mentre dal 2020 è membro dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO. Da ottobre 2024 ricopre il ruolo di funzionario presso il Segretariato Generale del Consiglio della Regione Toscana.
Per JCHC si occupa del progetto in collaborazione con la Brigada de Patrimonio Histórico della Policía Nacional spagnola.