Maxi-operazione contro il traffico illecito di reperti archeologici: recuperati oltre 800 manufatti
Smantellata un’organizzazione criminale specializzata nel saccheggio di siti archeologici tra Campania, Puglia ed Emilia-Romagna. Sequestrate monete antiche, manufatti e attrezzature per lo scavo clandestino
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Un’organizzazione criminale ben strutturata, che ricalcava la tipica filiera criminale che saccheggia il patrimonio archeologico, a partire dai cosiddetti ‘tombaroli’, che riforniscono di reperti scavati clandestinamente, i ricettatori di primo e secondo livello, i quali, a loro volta, alimentano il mercato illecito, anche internazionale, della vendita di beni archeologici, insomma un gruppo che gestiva un vasto traffico illecito di reperti archeologici. Così Nunzio Fragliasso, procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, area in cui rientrano siti archeologici come Pompei Stabiae (Castellammare di Stabia), Oplontis (Torre Annunziata), ha descritto i risultati di una nuova indagine condotta dalla Sezione archeologia del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma.
Nel corso di 19 perquisizioni in Campania, Puglia ed Emilia-Romagna, ordinate dalla Procura ed eseguite dai Carabinieri del Comando TPC, con la collaborazione del Nucleo investigativo del gruppo Carabinieri di Torre Annunziata, sono stati recuperati 819 reperti archeologici apuli, magnogreci e romani, provenienti soprattutto da Campania e Puglia, risalenti al periodo compreso tra il VII secolo a.C. e il V secolo d.C. Tra il prezioso materiale sequestrato compaiono 675 monete, prevalentemente in bronzo, alcune in argento e in oro, ma anche 144 manufatti archeologici, in piombo, bronzo e ceramici. Oltre ai numerosi attrezzi per il sondaggio del terreno e lo scavo, rinvenuti in abitazioni e depositi degli indagati, sono stati sequestrati ben undici sofisticati metal-detector.
Un dato che dimostra non solo quanto questo gruppo criminale fosse organizzato e pericoloso ma, una volta di più, anche quanto non accenni a diminuire la minaccia per il nostro patrimonio archeologico.
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Giornalista e scrittore. Dal 1977 alla redazione Napoli e Campania de l’Unità, dal 1980 collabora alla rubrica del Tg2 Dossier, all’Ora di Palermo, settimanali come Epoca, l’Espresso. Nel 1987 al Giornale di Napoli, fino al ‘91 quando approda al Tg2, alla trasmissione “Lezioni di Mafia”- nata da un’idea del giudice Giovanni Falcone -, poi alla cronaca del Tg2, quindi a Mixer e infine al Tg3 dove continua ad occuparsi di cronaca giudiziaria e in particolare grandi organizzazioni criminali e traffici e affari illeciti: di droga, armi, rifiuti tossici, ma soprattutto beni culturali, reperti archeologici. Fin dagli anni 70 racconta saccheggi e devastazione di aree archeologiche e del patrimonio ambientale e culturale, in Rai negli ultimi 24 anni denunciando nelle trasmissioni “Bellitalia” e “Tg3 Fuori Tg”.