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(Foto ©The Journal of Cultural Heritage Crime)

L’Antico Caffè Greco, fondato nel 1760 in Via dei Condotti a Roma, è uno dei caffè più antichi e della città. Nel 2017, il contratto di affitto tra l’Ospedale Israelitico, proprietario dell’immobile, e i gestori del caffè è scaduto, dando inizio a una lunga disputa legale riguardante il canone di locazione. L’Ospedale Israelitico ha richiesto un aumento significativo dell’affitto, passando da 17.000 a 150.000 euro mensili, cifra ritenuta insostenibile dagli attuali gestori.

Dopo numerose sentenze a favore della proprietà, la Corte di Cassazione ha confermato l’ordine di sfratto, rendendolo esecutivo. Tuttavia, il 20 febbraio 2025, giorno previsto per l’esecuzione dello sfratto, l’Avvocatura dello Stato, su incarico del Ministero della Cultura, è intervenuta per sospendere lo sgombero. Questo intervento è stato motivato dalla necessità di preservare l’integrità storica e artistica del locale, dichiarando “inamovibili” i quadri, gli arredi e le opere d’arte presenti all’interno del caffè.

Attualmente, la situazione rimane in stallo. La vicenda dell’Antico Caffè Greco pone l’enfasi sull’importanza di conciliare la tutela del patrimonio storico e culturale con le esigenze economiche e legali dei proprietari degli immobili, soprattutto quando si tratta di luoghi simbolo della tradizione e dell’identità di una città come Roma.

È prevista una nuova udienza a marzo 2025, durante la quale si auspica che l’Ospedale Israelitico e i gestori del Caffè Greco possano raggiungere un accordo che rispetti sia le esigenze economiche della proprietà sia la tutela del patrimonio culturale rappresentato dal caffè. Nel frattempo, il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha espresso l’intenzione di mediare tra le parti per garantire la sopravvivenza di questo gioiello della cultura nazionale, compatibilmente con le logiche economiche e legali in gioco.

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