“Verità rubate. L’arte della contraffazione”, una piccola-grande mostra a Padova
Ha ufficialmente aperto le porte lo scorso 6 febbraio il progetto didattico ed espositivo Verità rubate. L’arte della contraffazione ideato da Luca Zamparo, Monica Baggio e Monica Salvadori del Dipartimento dei Beni Culturali grazie alla collaborazione e al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Fino al prossimo 31 maggio sarà possibile visitare gratuitamente, presso il Palazzo del Monte di Pietà a Padova (via del Monte di Pietà, n. 8), l’esposizione che indaga e cerca di comprendere il fenomeno della contraffazione delle opere d’arte e dei beni culturali.
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Solamente in Italia, negli ultimi dieci anni, secondo i dati forniti dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, sono state denunciate oltre 2.500 persone per il reato di contraffazione delle opere d’arte, permettendo il sequestro di circa 70.000 oggetti imitanti i beni archeologici, artistici, antiquariali o da collezione che, se immessi sul mercato, avrebbero comportato un danno stimato di oltre 5 miliardi di euro, senza considerare le implicazioni etiche, i risvolti negativi sul mondo del lavoro e le ricadute culturali, con la diffusione di una falsa idea dell’archeologia e dell’arte.
Per fronteggiare questi veri e propri inganni, ancora oggi presenti, la Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ha dato vita al progetto scientifico e didattico Cultural Legal Lab, uno spazio per la promozione di una cultura della legalità, per la conoscenza dei fenomeni, spesso nascosti, che caratterizzano il nostro patrimonio culturale e la diffusione di buone pratiche per la sua salvaguardia.
Questa missione rientra in un percorso scientifico di ricerca avviato ormai nel 2015 a seguito del lascito testamentario dell’avvocato Bruno Marchetti (1941-2014). Tutto questo, del resto, non è un fatto inconsueto nella storia dell’Università di Padova: sin dal XVIII secolo, infatti, molteplici sono le collezioni di manufatti giunte in dono e che ora fanno parte del patrimonio culturale e museale dell’Ateneo (https://www.musei.unipd.it). La donazione Marchetti, però, ha comportato il confronto con un materiale inedito e privo di una storia che ne narrasse l’origine e la provenienza, elementi fondamentali per la ricerca archeologica e storico-artistica.
Questo lascito ha rappresentato, inoltre, il punto di partenza del progetto MemO, La memoria degli oggetti. Un approccio multidisciplinare per lo studio, la digitalizzazione e la valorizzazione della ceramica greca e magno-greca in Veneto, coordinato dalla prof.ssa Monica Salvadori e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo attraverso il bando “Progetti di Eccellenza”.
L’unione fra la ricerca scientifica, la formazione accademica e la volontà di una restituzione civica del lavoro svolto in questi anni ha condotto all’esposizione Verità rubate. L’arte della contraffazione che mette in dialogo manufatti autentici e imitazioni dell’Antico con l’obiettivo di incentivare le domande, i ragionamenti e di acuire l’attenzione verso fenomeni che spesso sfruttano le più intime fragilità delle società a loro contemporanee.
In un periodo storico caratterizzato dalle fake news e da una mistificazione della realtà, questo progetto intende cercare di rompere gli schemi di deduzioni errate, riportando l’attenzione sull’importanza della ricerca della verità, l’indagine delle fonti e della trasmissione dei messaggi, soprattutto quando questi vengono perpetrati dalle opere d’arte.
Presso il Palazzo del Monte di Pietà, grazie all’allestimento ideato da Andrea Isola, si potranno visionare alcuni manufatti archeologici dell’incredibile Collezione Intesa Sanpaolo, oggi conservata alle Gallerie d’Italia di Napoli, e della Collezione Merlin, fra i nuclei principali del Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte di Palazzo Liviano, oltre a diverse imitazioni moderne e contemporanee di vasi antichi provenienti dalla Collezione didattica del Dipartimento dei Beni Culturali. Saranno in grado i visitatori di riconoscere gli oggetti autentici e quelli falsi?
Completa il progetto un’attenzione particolare ai temi dell’accessibilità e dell’inclusione grazie alla presenza di libri tattili, ideati appositamente per l’esposizione da Elisa Lodolo, una riproduzione tattile di un vaso antico e diversi video esplicativi del percorso, sottotitolati e interpretati nella lingua italiana dei segni. Ulteriore attenzione è dedicata alle scuole a cui sono riservate attività didattiche e visite guidate gratuite sui temi dell’educazione al patrimonio culturale, inteso come bene dell’intera comunità nazionale, e dell’educazione civica. Una ricca proposta ideata per le scuole di ogni ordine e grado e realizzata in collaborazione con le studentesse e gli studenti dei corsi di laurea afferenti al Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, a loro volta formati negli ultimi mesi sui temi della tutela del patrimonio culturale e della mediazione e didattica museale.
Il prossimo 6 marzo, alle ore 11.00, verranno ufficialmente presentati il progetto Cultural Legal Lab e l’esposizione Verità rubate. L’arte della contraffazione alla presenza della prof.ssa Daniela Mapelli, Rettrice dell’Università di Padova, e del prof. Gilberto Muraro, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
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Verità rubate. L’arte della contraffazione a cura di Luca Zamparo, Monica Baggio, Monica Salvadori
Padova, Palazzo del Monte di Pietà
6 febbraio – 31 maggio 2025
Giorni e orari di apertura: lunedì – sabato: 9.30 / 12.30 martedì e giovedì: 9.30 / 12.30 – 14.00 / 18.00 seconda e quarta domenica del mese: 14.00 / 18.00
Ingresso gratuito
Sede: Padova, Palazzo del Monte di Pietà, Via Monte di Pietà, n. 8
Ulteriori informazioni: www.culturallegallab.it
Contatti: progettomemo@unipd.it
Prenotazioni per gruppi scolastici: https://calendar.app.google/SoDw5B3hhxoj4FNR6
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The Journal of Cultural Heritage Crime (JCHC), con sottotitolo L’Informazione per la Tutela del Patrimonio Culturale, è una testata giornalistica culturale, registrata presso il Tribunale di Roma con n. 108/2022 del 21/07/2022, e presso il CNR con ISSN 2785-7182. Si configura sul web come contenitore di approfondimento, il primo in Italia, in cui trovano spazio i fatti che quotidianamente vedono il nostro patrimonio culturale minacciato, violato e oggetto di crimini. I fatti sono riportati, attraverso un linguaggio semplice e accessibile a tutti, da una redazione composta da giornalisti e da professionisti del patrimonio culturale, esperti nella tutela. JCHC è informazione di servizio, promuove le attività di contrasto ai reati e sostiene quanti quotidianamente sono impegnati nella attività di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.