Conclusa la mostra “La Memoria restituita” al Museo Archeologico Nazionale dell’Antica Capua
Finissage con Procura e Nucleo TPC di Napoli
Sono stati i reperti custoditi nelle vetrine del Museo Archeologico Nazionale dell’Antica Capua a raccontarsi, attraverso le voci dei protagonisti dell’operazione “Antica Cales”, che ha portato al sequestro di materiale sottratto al patrimonio dello Stato mediante scavi clandestini, prevalentemente nel sito dell’antica Cales a Calvi Risorta.

Un finissage carico di emozioni ha permesso di ricostruire, sia dal punto di vista investigativo che scientifico, le concitate fasi di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e condotta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli. L’operazione ha smantellato un giro internazionale d’affari di tre milioni di euro ed è culminata con il sequestro di migliaia di reperti archeologici in tre province campane.
Nella Sala Conferenze del Museo Archeologico Nazionale dell’Antica Capua di Santa Maria Capua Vetere ha aperto i lavori il sindaco della città, avvocato Antonio Mirra, che ha portato i saluti istituzionali e sottolineato l’importanza della legalità come testimonianza di cittadinanza attiva. È seguito l’intervento del sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Santa Maria Capua Vetere, dottor Armando Bosso, che ha fatto rivivere ai presenti i concitati momenti precedenti le perquisizioni, nonché l’intensa attività di cooperazione internazionale che, attraverso la rogatoria, ha portato all’intervento presso la sede di una nota casa d’aste a Zurigo. Questo ha consentito il rinvenimento di monete databili tra il V secolo a.C. e il VI secolo d.C., nonché di pregiato vasellame archeologico, ritenuti dagli esperti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento autentici e di assoluto pregio e rarità.
Ha preso poi la parola il maggiore Massimo Esposito, comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, che ha esposto dettagli inediti sull’attività di tutela del patrimonio culturale nel territorio campano, finalizzata a proteggerlo dai saccheggi dei cosiddetti “tombaroli” e dalla speculazione dei ricettatori di reperti archeologici.

Le conclusioni sono state affidate alla direttrice del Museo Archeologico Nazionale dell’Antica Capua, dell’Anfiteatro e del Mitreo di Santa Maria Capua Vetere, la dottoressa Antonella Tomeo, che dirige anche il Mausoleo delle Carceri Vecchie di San Prisco, il Teatro Romano e l’area archeologica dell’antica Cales di Calvi Risorta, nonché il Museo Archeologico Nazionale dell’Agro Atellano di Succivo. La direttrice ha presentato una relazione su “Il ruolo del Museo Archeologico Nazionale dell’Antica Capua nella restituzione della memoria”, evidenziando l’importanza di restituire al territorio e, soprattutto, ai giovani, il valore culturale e la testimonianza storica degli oggetti esposti.






È seguito un dibattito con gli studenti dell’Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “Amaldi-Nevio” di Santa Maria Capua Vetere, guidati dalla dirigente Rosaria Bernabei e accompagnati dai docenti Renata D’Angelo, Natascia De Gennaro e Alfredo Troiano. Il confronto, moderato dalla funzionaria alla comunicazione del Museo, dottoressa Mariangela Mingione, ha visto alcuni alunni porre domande ai relatori, mentre altri hanno proposto una selezione di testi delle “Verrine” di Cicerone, instaurando un parallelismo tra le vicende del mondo antico e le attuali attività criminali legate al patrimonio culturale. L’incontro tra Istituzioni e Scuola si è concluso con la presentazione di un format grafico, realizzato da uno degli studenti, che illustrava le varie fasi delle attività investigative e proponeva un originale slogan dedicato al ruolo svolto dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli: “L’Arma per l’arte, l’arte seduce, l’Arma la ama”.
“La mostra ospitata dal Museo è una rilevante testimonianza del nostro passato, che ci permette di leggere il presente attraverso la memoria storica, con tutta la sua carica emotiva. Grazie a un attento lavoro di ricerca, abbiamo collocato temporalmente i reperti e acquisito nuove informazioni sul territorio, rafforzando il senso di appartenenza. Ringrazio le Istituzioni coinvolte per il loro continuo e fattivo impegno nel contrasto all’illegalità, che ci consente di trasmettere alle nuove generazioni la conoscenza, come abbiamo fatto oggi, accrescendo in loro la consapevolezza di una straordinaria identità culturale, preziosa eredità della nostra storia”, ha dichiarato la direttrice del Museo Archeologico Nazionale dell’Antica Capua, Antonella Tomeo, commentando l’iniziativa.
Ph. Giovanni Barbato

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