L’intelligenza artificiale ci libererà da opacità e connoisseurship?
Lo studio di Jo Lawson-Tancred esplora le potenzialità delle tecnologie tra applicazioni e resistenze che potrebbero scardinare i paradigmi del mercato dell’arte
Se ne parla da un po’, abbastanza tra artisti e positivisti del digitale, non troppo o comunque con un discreto minimalismo nella bolla degli addetti ai lavori mainstream: l’intelligenza artificiale scavalcherà le competenze umane? L’elaborazione di enormi quantità di dati riuscirà a predirre trend di vendita e carriere? La contraffazione ha i giorni contati? L’arte nativa digitale seppellirà ingegno e manualità? L’accessibilità e la trasparenza sono le nuove stelle polari del mercato? Queste sono solo alcune delle domande che guidano l’indagine di Jo Lawson-Tancred, giornalista che da anni si occupa delle combinazioni tra arte, tecnologia e mercato, recentemente tradotta e pubblicata in Italia da Johan & Levi Editore.

Per secoli il concetto di arte è andato a braccetto con quelli di denaro, lusso, esclusività e potere. Grandi accumuli di ricchezza e formidabili collezioni sono stati il biglietto da visita per varcare la “soglia grigia”. Passione, discrezione e affari si sono guardati vicendevolmente le spalle, dall’alto al basso, e poco importa se l’anonimato è la firma più ricorrente, se la provenienza è un cavillo, se l’interesse pubblico è un attentato al collezionismo privato. “Il mondo dell’arte genera un linguaggio e un comportamento sociale che risultano incomprensibili per chi non ne fa parte” (p. 18), e “in un mondo senza garanzie, il giudizio di un esperto di fama è la cosa migliore per offrire una qualche forma di tutela” (p. 29). Ci ha pensato la pandemia da Covid-19 a rovesciare il tavolo, a liberare posti per nuovi giocatori, a sdoganare piattaforme, a introdurre strumenti e prodotti digitali, a educarci alla cultura dei dati. L’IA era già coautrice: ce ne siamo accorti solo quando la quotidianità ci ha dimostrato che non ne potevamo più fare a meno.
Il mercato dell’arte, così come l’abbiamo sempre conosciuto, con le sue liturgie e i suoi sacerdoti, ha invece opposto resistenza. Se il compito degli artisti è quello di creare mondi, come si spiega la relativa chiusura di gallerie e case d’asta? Non è di tutti i settori l’indole di rompere le regole, esplorare, rischiare. D’altra parte in pochi anni gli NFT hanno dimezzato il loro mercato. Ma “ogni settimana c’è una nuova mania che prende piede, dal punto di vista finanziario, artistico o tecnologico” (p. 56), e adeguarsi non è più una scelta: è l’unico modo per restare al centro e nell’orbita del cambiamento. “L’interesse per l’arte digitale finirà prima o poi per prendere piede anche tra gli appassionati di arte tradizionale” (p. 57)? Non è detto. Se una ibridazione tra connoisseurship umana e intelligenza artificiale sembra al momento la prospettiva più plausibile e solida nel dipanare le questioni di autenticità, il collezionismo digitale pone nuove sfide sulla fragilità, la cura e l’archiviazione delle raccolte. La rapida obsolescenza tecnologica, più che il rifiuto ideologico a oltranza, è l’elefante nella stanza.
E poi c’è tutto il dibattito giuridico (ed economico) sulla proprietà intellettuale e il diritto che ne deriva, con il rischio che ogni paese legiferi in ordine sparso. Generando altro caos.
Il libro di Lawson-Tancred ha più meriti che limiti. Il testo è chiaro e punta all’essenza delle questioni senza preamboli o stucchevoli fronzoli, la scrittura è pulita e precisa, la lettura è veloce, non per questo superficiale. Si capisce che dietro c’è un lavoro accurato di ricerca, di studio delle fonti, di raccolta delle interviste e di selezione. Sarebbe interessante un approfondimento simile sul mercato nostrano e sulle strategie di convivenza tra artisti, gallerie e IA in Italia.
La questione è apertissima e in rapida evoluzione, ma su un punto ci sentiamo di scommettere: “acquistare opere d’arte di valore è una questione di istinto” (p. 17) che nessuna intelligenza artificiale potrà sostituire.
SCHEDA LIBRO
Autore: Jo Lawson-Tancred
Titolo: Intelligenza artificiale e mercato dell’arte
Editore: Johan & Levi Editore
Anno edizione: 2025
Pagine: 100
Prezzo: E. 15,00

Giornalista pubblicista. Dopo la laurea a Trento in Scienze dei Beni Culturali, in ambito storico-artistico, ho “deragliato” conseguendo a Milano un Perfezionamento in Scenari internazionali della criminalità organizzata, un Master in Analisi, Prevenzione e Contrasto della criminalità organizzata e della corruzione a Pisa e un Perfezionamento in Arte e diritto di nuovo a Milano. Ho frequentato un Master in scrittura creativa alla Scuola Holden di Torino. Colleziono e recensisco libri, organizzo scampagnate e viaggi a caccia di bellezza e incuria.